La schermitrice italiana Bebe Vio ritira il premio “Tor Vergata – Etica nello Sport” per la determinazione, il coraggio, l'impegno sociale e la correttezza dimostrata nello sport così come nella vita
Si è svolta Mercoledì 11 Aprile la cerimonia di assegnazione del Premio “Tor Vergata – Etica nello sport” giunto alla XVI edizione istituito in partnership con Banca del Fucino e il patrocinio di ACSI (Associazione Centri Sportivi Italiani) e MECS (Movimento per l’Etica, la Cultura e lo Sport). Ad essere premiata l'atleta Bebe Vio, campionessa mondiale paralimpica di fioretto che ha ritirato il riconoscimento presso l'aula Fleming della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.
“Una grande campionessa nella vita prima ancora che nell'attività sportiva e professionale. Determinazione, coraggio, impegno sociale e correttezza sono, infatti, i pilastri dei quali si è fatta indiscutibilmente espressione nella sua vita, al netto delle importantissime vittorie ottenute nella scherma che la rendono oggi un orgoglio italiano e una campionessa di fama mondiale”. Queste le motivazioni del premio consegnato dal Magnifico Rettore Giuseppe Novelli, a capo della commissione composta da altri esponenti del nostro Ateneo, tra cui il rettore emerito prof. Renato Lauro, il preside della Facoltà di Medicina prof. Orazio Schillaci e il prof. Sergio Bernardini, presidente del Corso di Laurea in Scienze Motorie.
“L’ Ateneo riconosce in Bebe Vio una testimonial d’eccellenza in grado di unire scienza, cultura e sport con la sua indiscutibile serenità d’animo e determinazione – commenta il Rettore Giuseppe Novelli, che aggiunge – da tempo l’Ateneo di “Tor Vergata” profonde molte energie per promuovere una cultura etica che sappia guardare allo sport come ad una scuola di vita e non soltanto come un terreno di confronto agonistico, come un investimento cruciale, nel presente e nel futuro, per garantire la formazione di cittadini di una società realmente aperta, positiva, inclusiva”.
Il coordinatore del corso di studi in Scienze Motorie a “Tor Vergata”, Antonio Lombardo che è anche Delegato del Rettore per l’Organizzazione e la Promozione dello Sport e fondatore del Premio “Tor Vergata – Etica nello Sport” ha ribadito che “lo sport è uno strumento educativo e democratico e come tale non deve avere un ruolo secondario nella scuola come nelle università perché bisogna dare a tutti la possibilità di praticare le discipline sportive”.
L’Università “Tor Vergata” si sta impegnando tantissimo nello sport sia dal punto di vista formativo che organizzativo.Recentemente è stato presentato il curriculum “Sport e Turismo” per l’anno 2018/2019 in collaborazione con il CONI e il FIG all’interno del Corso di Laurea triennale in Scienze del Turismo (SciTUR) del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società. A dicembre 2017 il lancio del progetto “Olimpia” in collaborazione con il CUS di “Tor Vergata”, ovvero la realizzazione di un centro universitario sportivo per dotare il corso di studi in scienze motorie e la comunità tutta di strutture sportive. Sono già esistenti invece, il campo da golf “Garden Golf University” e gli spazi per il tiro con l'arco particolarmente adatto alle persone con disabilità.
Luca Pancalli, in qualità di presidente del Comitato Italiano Paralimpico ha dichiarato che “bisogna andare oltre i risultati e offrire nuove opportunità nei percorsi formativi universitari. Il Comitato Paralimpico sta attuando una silenziosa rivoluzione nel paese, visto che non sempre le cronache sportive parlano di sport associato all'etica, ma guardano solo ai risultati. I piccoli riconoscimenti come quelli di oggi a all’atleta Bebe Vio aiutano a costruire un paese migliore per garantire l’autenticità dei valori promossi nello sport”.
Dopo la visione di un breve video relativo ai successi ottenuti da Bebe Vio ai campionati mondiali paralimpici, l’augurio dell'atleta ai giovani studenti: “non fatevi fermare da nessuno, trovate cosa vi piace fare e diventate le persone che desiderate essere. Io sono iscritta all’università e sono convinta che studiare e fare sport insieme sia possibile. Basta organizzarsi, perché se facciamo ciò che amiamo non lo vivremo mai come un obbligo. Ha poi aggiunto che “la vittoria più bella è stata non tanto quella individuale quanto quella in squadra in nome dell’Italia. Indossare il tricolore è l’emozione più grande. I propri sogni vanno inseguiti con impegno e determinazione”.