Il giudice costituzionale nel secondo appuntamento celebrativo dei 30 anni della Facoltà di Economia, punta sui giovani per rinsaldare i valori fondamentali dell’Unione Europea
Proseguono gli incontri tematici nell’ambito delle celebrazioni per il Trentennale della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” che per il secondo appuntamento, giovedì 10 maggio, ha ospitato Giuliano Amato con una lecture sull’Europa e le riforme europee. Presenti all’incontro, oltre al giudice costituzionale, il Magnifico Rettore prof. Giuseppe Novelli, il preside della Facoltà di Economia prof. Giovanni Tria e la professoressa Federiga Bindi, docente di International Relations a "Tor Vergata".
Il Rettore prof. Giuseppe Novelli nei saluti introduttivi ha ricordato che “sono passati 30 anni dall’avvio del progetto Erasmus, un grande esperimento per l’integrazione culturale” e ha poi aggiunto che “le Università possono dare una mano all’Europa del futuro. Il nostro Ateneo, infatti, è impegnato su questo fronte e fa parte del network Yerun (Young European Research Universities Network), nato per concretizzare la proposta avanzata dal presidente francese Macron circa la creazione di almeno una ventina di università europee entro il 2024. Una rete di atenei, che permetterà agli studenti di ottenere una laurea combinando gli studi in diversi paesi dell’Ue favorendo anche l’apprendimento linguistico”.
La professoressa Federiga Bindi ha poi introdotto Giuliano Amato, attuale giudice della Corte Costituzionale annoverando la sua lunga carriera come Professore ordinario di Diritto Costituzionale, oltre che come membro del Parlamento italiano per 18 anni.
Giuliano Amato ha preso la parola ripercorrendo le tappe principali che hanno portato alla nascita dell’Unione Europea, partendo dalla ricorrenza del 9 maggio 1950 quando il ministro degli Esteri francese Robert Schuman propose la creazione della Comunità europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) che Amato definisce “l’inizio di un’avventura straordinaria” verso l’integrazione economica e politica da compiersi gradualmente, secondo quelle che erano le intenzioni originarie, "via via che crescerà la solidarietà tra gli europei”. Amato ha proseguito dicendo “con la CEE integrammo i mercati e per diversi anni l’aspettativa di Schuman è sembrata realizzarsi. Quella che era una apertura con il Trattato di Roma oggi però è un punto interrogativo. Quali strade per uscirne? Un passo alla volta ci ha permesso di arrivare fin qui ma non andiamo oltre”.
Il Progetto di Costituzione europea, elaborato dalla Convenzione sul Futuro dell’Europa (Salonicco, 20 giugno 2003), di cui Amato è stato Vice Presidente, è fallito: “Il momento per il cambio di passo – ha affermato – fu il Progetto di Costituzione, ma la bocciatura stroncò la speranza di una integrazione politica federalista che restò e resta a metà. La Comunità Europea del 1957 è una organizzazione fra Stati non uno Stato federale. In uno Stato federale i poteri dovrebbero essere conferiti dalla Costituzione mentre agli organi di Bruxelles i poteri sono stati conferiti dagli Stati che quindi prevalgono sulla Costituzione”.
“La situazione dell’UE è oggi stagnante – ha proseguito Amato – perché il processo di una ulteriore integrazione si è fermato e sta retrocedendo; la solidarietà è venuta meno. Dopo il Trattato di Lisbona due scossoni hanno invertito la rotta: la crisi economica che ha determinato una frattura nord/sud tra paesi che stanno mediamente bene economicamente con disavanzi e paesi indebitati con bilanci pubblici tagliati e l’immigrazione che ha aggravato la frattura est/ovest con i paesi dell’est come l’Ungheria hanno chiuso i loro confini agli stranieri visti come invasori. La spinta verso la democrazia maggioritaria e illiberale si sta affermando. Lo scenario attuale vede l’Inghilterra fuori dall’UE, anche se la questione Brexit ha avuto anche un controeffetto positivo rinsaldando la lealtà degli altri Stati all’Unione Europea. Abbiamo Macron, che è il primo presidente francese a parlare e credere nella sovranità europea e la Germania, che da sempre mantiene un punto di vista più nazionale con una cancelliera indebolita”.
“La frattura di fondo è quella dei valori che sono alla base dell’europeismo – conclude Amato che spera nei giovani – In questa fase noi siamo in grado solo di far sopravvivere l'Europa in attesa che arrivino generazioni che facciano dell'integrazione un valore portante per far sì che la bandiera europea torni a sventolare. La responsabilità dell’Europa sta nelle nuove generazioni. Il mio augurio a tutti voi è che siate aperti al futuro e quando sarò il vostro turno cercate di cambiarlo in meglio”.
Al termine dell’incontro si è lasciato spazio alle domande degli studenti, introdotte dal Prof. Giovanni Tria.