Facolta' di Giurisprudenza, 27 novembre 2003
Nel momento in cui l’attuazione della riforma degli ordinamenti universitari in Italia si avvia a concludere il suo primo triennio di vita, ne sono state proposte alcune modifiche sostanziali, che hanno stimolato un ampio dibattito fra addetti ai lavori, politici, portatori di interesse e fruitori del sistema di formazione avanzata. D’altra parte, anche in molti altri sistemi europei d’insegnamento superiore si sta cercando di avviare e sperimentare il modello delineato con i cosiddetti “accordi di Bologna”, anche se in forme non necessariamente coincidenti con il “3+2” adottato in Italia, ma comunque rispettando il criterio fondamentale di un’articolazione in cicli successivi.
In tale contesto, uno dei nodi fondamentali sembrerebbe il legame tra processo di riforma e garanzia della qualità. In particolare, sembra importante riuscire a garantire risorse e strumenti necessari ad assicurare la qualità del sistema universitario italiano ed europeo, preoccupandosi sia della qualità accademica che della rispondenza alle esigenze del mondo del lavoro, e favorendo altresì la mobilità degli studenti e dei docenti, secondo i criteri che sono alla base degli accordi europei degli ultimi anni. Non a caso, su questi temi specifici si è lavorato nel progetto europeo “Quality Culture”, promosso dalla European University Association, in cui si sono confrontate le esperienze di molte università europee, ed a cui l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ha partecipato come partner.
In allegato la locandina e i materiali del convegno.