L2a scoperta si deve alla collaborazione tra i genetisti italiani Giuseppe Novelli, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia a "Tor Vergata", Emiliano Giardina, ricercatore a "Tor vergata", e un team di ricercatori spagnoli, olandesi, inglesi e americani. L'assenza nel nostro genoma di due geni, LCE3B ed LCE3C, determina la predisposizione genetica alla psoriasi. La notizia è recentemente apparsa sulla prestigiosa rivista Nature Genetics. La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, di natura non infettiva, che si manifesta con la comparsa di chiazze rossastre sulla pelle che possono determinare prurito. È una patologia con un forte impatto negativo sulla qualità di vita e colpisce circa due milioni di pazienti in Italia e più cento milioni di pazienti nel mondo. I genetisti hanno scoperto che chi possiede un ridotto numero di copie dei geni LCE3B ed LCE3C, è predisposto a sviluppare la psoriasi. Questi geni sono importanti per i meccanismi di difesa e riparo dell'epidermide. Quando la pelle è soggetta a stress fisici e meccanici, il suo "scudo protettivo", l'involucro corneo, subisce delle modificazioni chimiche che ne limitano la funzione di barriera e quindi di protezione. E' questo il momento in cui si attivano i geni LCE3B ed LCE3C, che partecipano attivamente alla ricostituzione dello scudo protettivo e garantiscono il ripristino delle funzioni di difesa della pelle. Quando questi geni mancano o funzionano male, il processo di riparo non avviene in modo efficiente, aprendo una via di accesso a microrganismi e molecole estranee diffuse nell'ambiente. Ciò attiva i processi infiammatori e immunologici alla base della psoriasi. La scoperta apre nuove strade per la lotta a questa malattia con l'identificazione di nuovi bersagli per farmaci e per individuare le persone a rischio all'interno dei gruppi familiari dove c'è la malattia.
Roma 25.1.2009
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