In poco più di due mesi il progetto “Goccia” ha contribuito a eliminare più di 74mila bottiglie di plastica
In un momento storico nel quale non è più possibile solo “parlare” di sostenibilità, ma è necessario iniziare a “fare”, l’Ateneo di Tor Vergata trova un altro modo per dare il suo sincero contributo. Un’altra tessera nel mosaico che da anni viene pazientemente composto e nel quale si intrecciano temi e iniziative di ogni natura. Dagli incontri di dibattito, confronto e dialogo alla stessa costruzione del nuovo Rettorato, complesso innalzato con soluzioni – per risorse e materiali – pensate per ridurre al minimo l’impatto. Nel quadro generale, a livello di installazioni materiali, si è aggiunta e continuerà a farlo, un’iniziativa che non rappresenta solo una tessera del mosaico, ma che può inquadrarsi come una vera e propria piccola rivoluzione. Si tratta del “mondo” di Goccia
Cos’è Goccia?
Goal One – Cambiamento Climatico In Ateneo (G.O.C.C.I.A.) è un Project Work nato presso l’Ateneo di “Tor Vergata” grazie a due discenti del Master MARIS, Vincenzo Ludovici Pietropaoli e Marco Uttaro, entrambi impiegati presso lo stesso Ateneo, partendo da una best practice della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS) per l’eliminazione della plastica nelle università italiane. Il progetto prevede di dotare tutte le Facoltà e le Macroaree dell’Ateneo di speciali erogatori di acqua, “fontanelle” che garantiranno all’utenza universitaria acqua refrigerata o a temperatura ambiente, liscia o gassata, in modo assolutamente gratuito.
In cosa si differenzia Goccia rispetto a progetti similari di altri atenei?
L’Ateneo di Tor Vergata si identifica non solo nella parola sostenibilità ma anche nella volontà di mettere a sistema le diverse competenze presenti nell’Ateneo in modo sinergico. In questa visione, l’acqua distribuita dagli erogatori sarà periodicamente analizzata sfruttando le competenze del nuovo Laboratorio del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche, ovvero il nuovo LabCap Certificato ISO 9001. Le analisi chimiche effettuate, ad esempio la misura del cloro libero e la durezza, consentiranno di garantire all’utenza universitaria sia acqua controllata che il monitoraggio accurato della vita dei filtri così da verificare la vita degli stessi e provvedere alla loro pronta sostituzione in caso di filtri esauriti.
Dov’è la convenienza? A cosa serve?
L’Ateneo di “Tor Vergata” ha avviato il progetto pilota da due mesi e i dati raccolti sono più che incoraggianti.
Nei primi 62 giorni di test, iniziati alla fine di febbraio, gli 8 erogatori installati hanno erogato 37.105 litri di acqua equivalenti a:
- 5.937 kg di emissioni di CO2 evitate
- 74.210 bottiglie da 0,5 l in meno
- 965 kg di PET non prodotto
Come funzionano gli erogatori?
È molto semplice. Disegnati e prodotti in Italia, e individuati mediante il Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA), sono collegati alla rete idrica, montando all’interno un Sistema di filtraggio costituito da una colonna di carbone attivo sinterizzato in grado di rimuovere meccanicamente dall’acqua sostanze in sospensione maggiori di 0,5 micron, cloro e derivati, sostanze organiche e metalli pesanti. La presenza di argento nella struttura del filtro impedisce, inoltre, la proliferazione di batteri e virus e mantiene l'acqua batteriologicamente pura.
Perché fare tutto questo?
Anche qui, la risposta è dietro l’angolo. Innanzitutto perché “Tor Vergata” crede fermamente nei principi base della Terza Missione, vale a dire quella capacità di mettere a disposizione della società e dell’uomo la ricerca e la conoscenza, obiettivi principali di ogni università, e poi perché L’Ateneo ha definito la propria Mission & Vision a favore di uno sviluppo sostenibile per divenire, attraverso il cambiamento continuo, un’eccellenza accademica nel contesto europeo. Ricerca, didattica, internazionalizzazione, sviluppo tecnologico, economico, organizzativo e sociale, sono i fattori chiave attraverso i quali è possibile vincere questa sfida. “Tor Vergata”, assieme alla Fondazione Unipolis, ha dato l’input per la nascita dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e ha aderito alla RUS-Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, con l’obiettivo di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la cultura della sostenibilità e la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda globale e degli Obiettivi di Sviluppo da raggiungere entro il 2030.
Quanto è utile Goccia, in questo senso?
Nel suo piccolo, molto, dato che investe parecchi degli obiettivi dell’Agenda.
A partire dal Goal 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie, che al punto 1 prevede, entro il 2030, di conseguire l’accesso universale ed equo all’acqua potabile sicura e alla portata di tutti.
C’è poi il Goal 13: Adottare misure urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze.
Il Goal 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili, che al punto 6 vorrebbe, entro il 2030, poter ridurre l’impatto ambientale negativo pro capite delle città, in particolare riguardo alla qualità dell’aria e alla gestione dei rifiuti.
Segue ancora il Goal 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile, con il punto 1 che impone di prevenire e ridurre in modo significativo l’inquinamento marino di tutti i tipi, in particolare quello proveniente dalle attività terrestri, compresi i rifiuti marini e l’inquinamento delle acque da parte dei nutrienti.
Da ultimo, ma non certo meno importante, il Goal 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo.
Esattamente come una fontana che eroghi acqua gratuita, pura e assolutamente, continuativamente, certificata. A disposizione di chiunque.