Al via uno sportello dedicato agli adulti con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività
La diagnosi precoce è un valido aiuto per tutte le patologie, malattie e disturbi, di qualsiasi entità. Non fa eccezione il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività a cui è stato dedicato lo scorso ottobre il convegno “Gli aspetti dell’ADHD nel corso della vita” organizzato dal Policlinico Tor Vergata e AIFA APS, Associazione Italiana Famiglie ADHD.
Ottobre è il mese europeo della consapevolezza dell’ADHD, e inoltre AIFA compie 20 anni, due ricorrenze significative e questo convegno ne è stato la giusta celebrazione. Soprattutto perché finalmente si è trattato un tema importante e per troppo tempo sottovalutato: l’ADHD nelle persone adulte. “L’Italia è indietro, non c’è una legge né linee guida” riferisce la presidente dell’AIFA APS Patrizia Stacconi.
È giunto quindi il momento di prestare particolare attenzione al modo di approcciare il paziente nelle diverse fasi della vita, perché certo, accorgersi con anticipo di una problematica è preferibile, ma è anche molto importante capire come adeguare le cure e modificarle nel percorso, durante gli anni. Riuscendo anche a creare una rete funzionale e di supporto sia all’assistito sia alla famiglia, ai caregiver, come vuole fortemente Giuseppe Quintavalle, Direttore Generale Policlinico Tor Vergata.
Nell’età adulta si incontrano maggiori difficoltà sia per la diagnosi (negli adulti scompare l’iperattività tipica dei più piccoli: è più il cervello a sovraccaricarsi) sia per la gestione di interventi e cure; per questo professionisti come il professor Alberto Siracusano (Direttore UOC di Psichiatria e ordinario di Psicologia Clinica) e del professor Luigi Mazzone (Responsabile UOSD di Neuropsichiatria Infantile e le loro équipe si sono attivati per migliorare la situazione attuale e avviare la costruzione di questa rete interdisciplinare, per colmare un vuoto procedurale e terapeutico che interessa la vita di circa il 2,8% della popolazione italiana (circa 950 mila persone).
L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche da Caris, la Commisisone di Tor Vergata per l’Inclusione degli studenti con disabilità, disabilità e BES, come dichiarato dalla dottoressa Ilaria De Meis, logopedista, e dal Delegato del Rettore Prof. Pier Gianni Medaglia: “I disturbi del neurosviluppo non si esauriscono con la fine del percorso accademico. Definiti appunto in una prospettiva lifespan, ci accompagnano per tutta la vita: ciò che cambia è sicuramente la manifestazione dei sintomi a seconda dell'età cronologica, che può compromettere anche la vita sociale e lavorativa dell'adulto. Non possiamo che essere felici di questo progetto che rappresenta un passo importante nella presa in carico degli adulti con ADHD. Sarà sicuramente un'azione che porterà i suoi frutti nella vita di questi adulti, nell'ambito della prevenzione e fornirà anche la possibilità di riconoscere tardivamente l'ADHD, qualora non sia stato diagnosticato in età evolutiva. Lo diciamo con cognizione di causa perché dal 2014, con l'apertura dello Sportello per i Disturbi Specifici di Apprendimento presso la Segreteria CARIS, abbiamo incontrato e accompagnato durante gli studi universitari molti giovani adulti anche con ADHD, essendo questo disturbo presente in comorbidità con il DSA. Pertanto ci auguriamo che si possano unire le forze per progetti futuri di tale natura. È proprio in questa ottica che deve essere vista la nascente collaborazione di CARIS con l’AIFA”.
I disagi che questo disturbo crea nell’adulto interessano la vita sociale e lavorativa in maniera importante, poiché provoca disattenzione, disregolazione emotiva, frustrazione, irritabilità; la persona soffre di ansia, depressione, disturbo bipolare. Questo progetto va ad affiancarsi all’ambulatorio per la prescrizione farmacologica per l’età pediatrica, anche per garantire una continuità a livello terapeutico e monitorare l’andamento del disturbo nel tempo.
Il disturbo non passa con il compimento del diciottesimo anno di età, si deve garantire un sostegno anche da adulti, così da saper diagnosticare quando si supera la soglia critica di un comportamento che può essere identificato come sintomo da indagare; una volta approfondito si stabilisce con gli esperti se c’è bisogno di ricorrere alla sola pratica della psico-educazione, di una terapia cognitivo comportamentale, o se c’è, come ultima scelta, la necessità di affiancare a tutto questo una terapia farmacologica. Capita a volte che simultaneamente all’ADHD ci sia anche la presenza di altri disturbi mentali, che impattano significativamente sullo sviluppo della personalità e vanno trattati modalità studiate appositamente, regolando alla perfezione psicoterapia e/o terapia farmacologica.
Il servizio sarà attivo da novembre. Si lavora inoltre per inserire l’ADHD nei percorsi formativi degli studenti di medicina, come sottolinea il preside della facoltà di Medicina, Paolo Di Francesco, proprio per completare a 360 gradi la preparazione dei medici generalisti.
Rassegna Stampa
https://www.associazioneaifa.it/wp-content/uploads/2022/10/Convegno_ADHD_PTV_8_ottobre_2022.pdf
http://direnl.dire.it/odm/anno/2022/ottobre/07/?news=N09
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