Uno studio realizzato in collaborazione con “Tor Vergata” mostra come i meccanismi fisiopatologici della malattia si attivino in base al sesso
È stato pubblicato sulla rivista Cell Reports lo studio molecolare dal titolo “Insulin and serine metabolism as sex-specific hallmarks of Alzheimer’s desease in the human hippocampus”, effettuato in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (con il coordinamento della professoressa Nadia Canu del Dipartimento di Medicina dei Sistemi), l’Università dell’Insurbia, l’Università di Milano, e l’Università di Milano Bicocca. La ricerca ha lo scopo di chiarire le alterazioni connesse all’invecchiamento rispetto a quelle connesse alla malattia di Alzheimer.
I ricercatori hanno analizzato campioni post-mortem di ipotalamo da cervelli di uomini e donne con un invecchiamento normale e da pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Le analisi hanno evidenziato profonde differenze in termini di vie metaboliche alterate: negli uomini, durante un normale invecchiamento, il rapporto tra il neuromodulatore D-serina e l’amminoacido serina rappresenta una strategia per contrastare il declino cognitivo legato all’età, mentre nelle donne tale valore è modificato solo durante l’insorgenza della malattia di Alzheimer.
Questi risultati mostrano come diversi meccanismi fisiopatologici siano attivi o non attivi in base al sesso, aprendo alla possibilità di intervenire con innovativi approcci terapeutici differenziati per uomini e donne.
Il lavoro è dedicato alla memoria della stessa professoressa Nadia Canu, mancata recentemente, che ha contribuito in maniera fondamentale al successo del progetto.