Il Prof. Giuseppe Novelli collabora a un progetto guidato dalle Università di Toronto e di Boston
In attesa della sperimentazione di un vaccino contro il coronavirus per prevenirne la diffusione, crescono i progetti per individuare le cure per i soggetti che hanno contratto il virus e necessitano di assistenza medica per evitare le conseguenze peggiori.
Sono sette in tutto i gruppi di ricerca accademici che stanno portando avanti progetti in materia: uno di questi vede la collaborazione, tra gli altri, delle Università di Toronto, Boston e ‘Tor Vergata’. L’oncologo Pier Paolo Pandolfi dell’Università di Harvard, insieme al prof. Giuseppe Novelli, genetista e Direttore della UOC di Genetica Medica del Policlinico di Tor Vergata e ad altri illustri studiosi, si sono dedicati allo studio di un farmaco basato sugli anticorpi monoclonali.
Alla base c’è la convinzione che, ben prima di poter avere un vaccino, gli anticorpi potranno dimostrare la loro capacità di contrastare il virus in soggetti malati, in quanto molecole ingegnerizzate, ovvero create appositamente per impedire al virus di entrare nella cellula.
“I ricercatori canadesi – ha affermato il prof. Novelli – hanno isolato, tra decine, due anticorpi monoclonali che potrebbero dare molte speranze per un farmaco contro il Covid-19. Dai primi studi, infatti, si sono rivelati estremamente attivi, questo vuol dire che riconoscono in maniera specifica una parte definita della proteina S del virus, la cosiddetta spike, che è la chiave di ingresso per entrare nelle cellule. Sarebbe interessante, e certamente vantaggioso per il nostro Paese, partecipare a questo studio multicentrico con Canada e India, perché possiede le competenze necessarie. È un’opportunità che non dobbiamo perdere”.
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A cura dell'Ufficio Stampa d'Ateneo