Acquista un pesce e scoprirai quanto sei stato ecologicamente sostenibile. Basta scaricare gratuitamente su un dispositivo mobile l’app Il pesce giusto e scattare con il cellulare una foto alla specie appena acquistata: se è tra quelle proposte il consumatore riceve in tempo reale un feedback sulla sostenibilità dell'acquisto appena fatto, secondo i criteri di taglia e stagionalità. In questo modo i cittadini possono avere accesso diretto a informazioni ecologiche sulla conservazione e sul consumo sostenibile di alcune specie marine.
L’idea nasce nell’ambito del progetto di Citizen Science per la tutela della biodiversità dei nostri mari, Il pesce giusto, realizzato all’Università di Roma “Tor Vergata” da Flavia Bartoccioni, dottoranda, all’interno della Scuola di Dottorato di Biologia Evoluzionistica ed Ecologia, in collaborazione con il Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società. L’applicazione, realizzata grazie alla collaborazione con l'Università di Bologna e il Dipartimento di Ingegneria civile e Informatica di “Tor Vergata”, permette al consumatore di svolgere un ruolo attivo per la raccolta di informazioni sulla sostenibilità degli acquisti, effettuati in Italia, di risorse alimentari marine.
La conservazione delle risorse del mare è uno dei temi centrali della discussione sullo sviluppo sostenibile del nostro Paese. Il mondo ambientalista, gli istituti di ricerca e le istituzioni governative concordano nel riconoscere l’importanza del ruolo dei consumatori nella tutela ambientale. «L’acquisto da parte del consumatore – afferma Caterina Lorenzi, docente di Ecologia a “Tor Vergata e supervisor del progetto, è l’atto finale di una filiera di azioni più o meno virtuose dal punto di vista della gestione e conservazione delle risorse ambientali. Ecco perché, se informato, il consumatore potrà scegliere consapevolmente che cosa acquistare». In altre parole, il consumatore può ricoprire un ruolo molto più rilevante di quanto non si pensi nell’orientamento della società verso lo sviluppo sostenibile. «L’applicazione – racconta Flavia – è stata arricchita con alcune ricette dedicate alle specie di pesce caratterizzate da un minore stato di sfruttamento, come la triglia di fango, lo sgombro, il calamaro e la seppia».
Per saperne di più sulle specie di pesce proposte, su che cos’è la Citizen Science e, perché no, cimentarsi in qualche nuova ricetta consultare il sito del progetto www.ilpescegiusto.uniroma2.it