Il prof. Spena, Fisica Tecnica Ambientale a “Tor Vergata”, ne parla in un’intervista a Panorama
Mentre l’inverno scivola verso la primavera con i suoi inevitabili colpi di coda e la diffusione del virus SARS-CoV-2 sembra, al momento, allentare la presa, si torna a parlare di ventilazione meccanica, tema che solo negli ultimi mesi ha fatto capolino trai media italiani, facendosi largo sui quotidiani, trasmissioni televisive e radiofoniche. Esperti e studiosi di diverse aree e discipline hanno evidenziato quali e quanti investimenti dovrebbero essere fatti per migliorare il ricambio dell'aria e come la realizzazione d’impianti negli ambienti chiusi potrebbe ridurre il contagio dell'80 per cento circa (si pensi soprattutto alle scuole). In Italia soltanto alcune Regioni, come ad esempio le Marche, e alcune scuole, in particolare in Veneto, hanno scelto durante la pandemia di andare in questa direzione, ma nei mesi passati, fin da quando è stato dichiarato lo stato di emergenza dettato dalla situazione epidemiologica, una lunga serie di errori sono stati fatti come spiega Angelo Spena, ordinario di Fisica Tecnica Ambientale, Macroarea di Ingegneria, Università di Roma “Tor Vergata”, al settimanale “Panorama” nell’articolo di Vincenzo Caccioppoli “L’illusione della ventilazione”:
«Il primo, madornale, è stato quello dell'Oms, che solo nel marzo 2021 ha riconosciuto che la diffusione del virus avvenga anche per aerosol o via aerea e non solo tramite le goccioline emesse da un infetto. Sulla vecchia linea si erano mossi il Comitato tecnico scientifico, il ministero della Salute e l'Istituto superiore della sanità. Perdendo tempo prezioso». Ma una volta riconosciuto il ruolo dell'aerosol, le cose non sono migliorate. «Si è preferito affidarsi al ricambio d'aria manuale delle aule, che da solo non può bastare. Ma d'altra parte, se si pensa che nel Cts non c'è mai stato un ingegnere, si può capire come sia difficile trovare soluzioni tecniche adeguate».
Il professor Spena era intervenuto già all’inizio della pandemia (vedi l’intervento “Le tecnologie che servono contro il Covid-19” sul quotidiano on line formiche.net di aprile 2020) denunciando la mancanza di un approccio tecnologico nella visione della gestione dell‘emergenza, limitata agli aspetti medico-biologici.
Spena ha calcolato quale potrebbe essere la spesa per dotare tutte le scuole della ventilazione meccanica, il che porterebbe anche un notevole risparmio di energia.
«Assumiamo in una forbice 10-30 euro per mc di ambiente il costo di un impianto di questo tipo. E in 10 volte meno, quindi 1-3 euro per mc, il costo medio della bonifica e riavviamento di un impianto esistente. In Italia abbiamo quasi 400 mila aule scolastiche. A 150 mc ciascuna, sono 60 milioni di mc: una spesa tra 600 milioni e 1,8 miliardi di euro. Un investimento primario per questa generazione e quelle future».
In allegato: “L’illusione della ventilazione”, Vincenzo Caccioppoli, Panorama, 16 febbraio 2022
Notizie correlate: