L’analisi del professor Fierli, docente di Climatologia a “Tor Vergata”.
Il 2022 è l’anno più caldo di sempre. Lo scorso luglio ha fatto registrare 2,26°C in più rispetto alla media italiana dal 1800 (anno in cui si è iniziato a rilevare i dati) a oggi, superando anche il record del 2018 (che aveva registrato un’anomalia di +1,58°C sopra la media del periodo di riferimento, tra il 1971 e il 2000). Il 2022 è al primo posto tra i sei anni con le temperature più elevate della storia, tutti compresi negli ultimi otto anni (2022, 2015, 2018, 2014, 2019, 2020).
“L'estate 2022 è stata estrema sotto numerosi aspetti” ha spiegato all’Ufficio Stampa di Ateneo Federico Fierli, docente di Climatologia nel Corso di Laurea in Fisica presso l’Università di Roma “Tor Vergata” e primo ricercatore dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR. Secondo i dati Copernicus C3S l’estate italiana è stata la più calda in Europa, con le prime ondate di calore riscontrate già a partire da maggio. Nel Tirreno centrale e occidentale si è registrata per numerose settimane un’anomalia della temperatura superficiale di oltre 5°C rispetto agli ultimi vent’anni. Le attuali condizioni meteorologiche hanno portato a una stagione eccezionale per gli incendi: la superficie bruciata è triplicata rispetto allo scorso anno (dati EFFIS - European Forest Fire Information System).
“Il 2022 sta fornendo un chiaro quadro di cosa ci aspetta nei prossimi anni” ha continuato il professor Fierli. “Non dobbiamo considerarlo come un evento anomalo. Basta osservare con quale frequenza vengono infranti i record di ‘anno più caldo’ o ‘estate più calda’. Ciò significa che stiamo già osservando un’intensificazione delle condizioni estreme”.
Secondo il professor Fierli è inoltre utile osservare il 2022 al di là del periodo estivo: “Larga parte dell'Europa ha vissuto un'anomalia negativa di pioggia durante l'inverno e le condizioni di siccità sono anch'esse eccezionali già da prima dell'estate. Un aumento degli estremi meteorologici è perfettamente nel quadro del cambiamento climatico, che non solo vede un incremento della temperatura media, ma anche dei di valori ‘fuori soglia’. Oltre l'intensità cresce anche la durata stagionale per cui siamo esposti a temperature estreme; ad esempio, il numero di notti ‘calde’ (ossia con temperature sempre al di sopra dei 20 gradi) è previsto raddoppiare nei prossimi 20 anni, con un sostanziale aumento dello stress termico”.
Il professor Fierli è tra i firmatari della lettera aperta degli scienziati del clima alla politica, con la quale la comunità scientifica si mobilita per far in modo che la lotta alla crisi climatica diventi una priorità e offre il proprio contributo per l’elaborazione di soluzioni concrete. “È importante che la comunità scientifica e i cittadini richiedano di portare al centro delle politiche la questione climatica. È in primis un’emergenza, ma è anche un’opportunità di innovazione e cambiamento, e un modo virtuoso di implementare un sistema di società ‘science driven’. La politica e i governi hanno la responsabilità di far funzionare questa transizione, già lanciata dall'Unione Europea con gli obiettivi di neutralità climatica per il 2050. Come Università lavoriamo con e per le nuove generazioni, e possiamo giocare un ruolo fondamentale in questo processo”.
Crediti immagine: Copernicus Climate Change Service/ECMWF