Il riconoscimento ottenuto per il rivelatore RPC (Resistive Plate Chamber)
Le particelle elementari sono i più piccoli componenti della materia. Hanno dimensioni ben al di sotto di quelle di un atomo e si muovono per lo più a velocità prossime a quella della luce. Per “vederle” sono necessari rivelatori che ne segnalano il passaggio mediante un segnale elettrico. Il gruppo di ricerca del prof. Rinaldo Santonico, attualmente professore onorario dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, ha sviluppato nel 1981 un nuovo tipo di rivelatore, altamente innovativo, che permette di coprire grandi aree e determinare con estrema precisione l’istante in cui la particella è passata. Questo tipo di rivelatore, noto con l’acronimo RPC (Resistive Plate Chamber), è utilizzato in tre dei quattro esperimenti funzionanti sul grande acceleratore LHC del CERN, il laboratorio europeo di Ginevra dedicato alla fisica di particelle, dove la presenza italiana, patrocinata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) ha sempre avuto grande visibilità. I rivelatori RPC hanno avuto un ruolo determinante nella scoperta del “Bosone di Higgs” (CERN, 2012), sono stati utilizzati con successo in esperimenti di Raggi Cosmici (Argo, laboratorio di YBJ, Tibet) e trovano applicazioni in problemi di grande interesse pratico come la PET e la Tomografia Muonica.
Per questo la “Società Americana di Fisica Divisione Particelle e Campi” ha assegnato al Prof. Santonico il “Premio DPF per la Strumentazione" per il 2018.