La formazione e l'innovazione tecnologica del progetto di cooperazione per la salute della popolazione del Ciad presentato lo scorso gennaio al Ministro della Salute e della Solidarietà Nazionale ciadiano hanno avuto lo scorso 9 marzo il loro avvio ufficiale nella capitale N’Djamena, alla presenza di diversi ministri della Repubblica del Ciad.
L’Università di N’Djamena è stata il teatro della cerimonia di avvio di quello che può essere definito uno dei progetti più importanti che il Paese abbia ospitato negli ultimi tempi: “Progetto Sanità Italia-Ciad: Formazione e Innovazione tecnologica”. Un piano di cooperazione basato sulla collaborazione tra diverse realtà a livello internazionale unite da un unico grande obiettivo: migliorare la salute degli abitanti del Ciad, che ancora oggi vive una situazione economica, sociale e sanitaria molto fragile, attraverso il doppio potenziamento delle competenze e delle infrastrutture.
Alla base, una stretta e fondamentale collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata - presenti all’evento il prof David Di Cave ordinario di Parassitologia del Dipartimento di Scienze cliniche e Medicina Traslazionale e il prof Vittorio Colizzi Docens Turris Virgatae del Dipartimento di Biologia - che ha inviato a gennaio una delegazione per presentare il progetto alle autorità dell'Università di N'Djamena. La rete di supporto è resa ancora più vincente grazie alla presenza della Fondazione Magis presente in Ciad da diversi anni, dell’Istituto per i Sistemi Biologici (ISB) del Centro Nazionale Ricerche (CNR) e dell’Ufficio di Niamey dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics).
Nella cerimonia inaugurale si è ribadito come la formazione specialistica degli studenti sia priorità assoluta per lo sviluppo dei sistemi sanitari destinati e desiderati dall’intera popolazione: operatori sanitari formati, resilienti ed efficienti sono la base da cui partire per alzare il livello della salute di qualità di un Paese che ha bisogno di progredire per il benessere della sua popolazione. Il potenziamento di competenza e infrastrutture legato al progetto è stato salutato con molto favore dal Ministro della Sanità Pubblica e della Prevenzione del Ciad, Abdelmadjib Abderahim, presente all’evento: “Le risorse umane sono la spina dorsale del sistema sanitario, perché il raggiungimento della copertura sanitaria universale in Ciad non può avvenire senza risorse umane altamente qualificate”.
Al Ministro della Sanità Pubblica hanno fatto eco le parole cariche di consapevolezza e fiducia di Tom Erdimi, Ministro per l’istruzione superiore, la ricerca scientifica e l’innovazione anch’egli convinto che il livello di medicina specialistica nel Paese sia insufficiente a causa della mancanza prima di tutto delle scuole di specializzazione, ma fermamente convinto che sarà possibile, grazie ai partner italiani, formare nel medio termine un numero ragionevole di specialisti capaci di soddisfare le esigenze del Paese. “Sono lieto di questa iniziativa di formazione in chirurgia laparoscopica, che rappresenta la possibilità di disporre di una tecnologia avanzata che darà sollievo alla popolazione ciadiana” commenta. In particolare il Ministro Tom Erdimi accoglie con favore l'arrivo di una specializzazione come la gastroenterologia e il rafforzamento delle strutture formative esistenti, in particolare chirurgia e cardiologia. Sottolineando che il governo italiano ha concesso borse di studio a studenti ciadiani per studiare in Italia, prosegue: “Questo progetto è in linea con la politica del Ministero, faremo di tutto per il suo successo. Lavoreremo a stretto contatto con l’Università di Roma Tor Vergata, capace di fornirci non solo didattica ma anche supervisione pratica, indicazioni sulla tecnologia da utilizzare ed elementi di ricerca”. Il Ministro conclude ringraziando i partner italiani: “Le nostre esigenze di formazione e ricerca sono immense e confidiamo nella disponibilità del governo italiano per uno sviluppo fruttuoso per il Ciad”.