Incontro con gli studenti detenuti iscritti a Tor Vergata
Un video, poi la voce e la chitarra di uno studente sul palco del Teatro della Casa Circondariale di Rebibbia. Inizia così l’incontro con gli studenti detenuti iscritti a “Tor Vergata”. Un bell’incipit per un evento importante ed emozionante per tutti. Lo hanno promosso i 34 studenti detenuti iscritti ai corsi dell’Università di “Tor Vergata” con il titolo “Il carcere: da università del crimine a officina di riparazione della persona”. Sette gli interventi degli studenti, nel corso dei quali hanno raccontato con dignità e consapevolezza la loro condizione e elaborato una serie di proposte attraverso cui potenziare il servizio di teledidattica che rappresenta una concreta possibilità di riscatto. Una giornata di “ascolto” per dirla con le parole del prof. Fabio Pierangeli che con Marina Formica – coordinatrice del progetto “Teledidattica-Università in carcere” – e Pietro Vereni, ha organizzato l’incontro. Una sala piena anche di studenti di “Tor Vergata” felici di poter incontrare i loro colleghi.
Tra le richieste segnalate dagli studenti detenuti: la necessità di fornitura di testi didattici, l’attivazione di laboratori di arti visive, il supporto al tutoraggio, la discussione della tesi di laurea presso l’università di riferimento, l’incremento della video comunicazione e l’accesso alle facoltà a numero chiuso.
Il dibattito, moderato da Marina Formica, è stato introdotto dal direttore del carcere Mauro Mariani che, nel ringraziare l’Ateneo e il prezioso lavoro svolto dal volontariato, ha sottolineato come “la detenzione non deve essere esclusa dalla società esterna e che la legalità non significhi affatto separatezza”.
“Per abbattere i muri - sostiene il rettore Giuseppe Novelli – serve cultura e scienza. Per questo l’Università sta valutando, in accordo con le Istituzioni coinvolte, la possibilità di attivare anche un corso di laurea in Scienze motorie e insegnamenti specifici sganciati dal titolo di studio”.
Il tema della responsabilizzazione e dei diritti è stato l’argomento dell’intervento di Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti dei detenuti. “L’istruzione rende indocili e difficili da gestire" ma aumentano responsabilità e consapevolezza, offre una chance. “C’è differenza tra legalità affermata e legalità vissuta, un detenuto che prepara una tesi, ad esempio, deve poter accedere a internet”.
L’Ateneo di “Tor Vergata” collabora, dal 2006, insieme al Garante dei detenuti del Lazio, la direzione della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso e Laziodisu, al progetto “Teledidattica - Università in carcere”.
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