Il glioblastoma multiforme è uno dei tumori cerebrali più aggressivi e letali, con una sopravvivenza media dalla diagnosi di soli 15 mesi. Un importante progetto di ricerca, messo in piedi dal Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con l’Istituto di Biologia Molecolare e Patologia e l’Istituto di Analisi dei Sistemi e Computer Science del CNR di Roma, potrebbe riuscire a far luce sul ruolo di molecole di RNA non codificanti lunghe (lncRNA) in cellule identificate come le iniziatrici di questa terribile malattia. Poiché le cellule iniziatrici sono ritenute responsabili non solo dell’insorgenza del tumore, ma anche delle recidive, che sono spesso la causa di morte del paziente, comprenderne le caratteristiche significa identificare bersagli per colpire il tumore stesso.
In queste cellule, derivate da tessuti tumorali di pazienti e mantenute in coltura, verranno studiati i lncRNA, molecole di RNA non destinate a codificare proteine ma, nonostante ciò, dotate di grandi poteri come regolatori di moltissimi processi biologici e quindi anche patologici.
Lo scopo è identificare i lncRNA specificamente espressi nelle cellule iniziatrici del glioblastoma, e anche quelli che le cellule iniziatrici stesse liberano all’esterno in vescicole membranose dette esosomi, utilizzandoli come mediatori del loro messaggio maligno, in grado di modificare a proprio favore la regione del cervello in cui si insediano.
“Riteniamo di poter identificare tra i lncRNA nuovi bersagli per un terapia mirata alle cellule iniziatrici, e quindi veramente efficace, e nello stesso tempo “personalizzata” per i diversi sottotipi di glioblastoma – sottolinea la prof.ssa Silvia Anna Ciafrè dell’Università di “Tor Vergata”, curatrice dello studio – per la comprensione dei quali ancora oggi si cercano marcatori molecolari inequivocabili. Per me è un grande piacere sapere che la Fondazione Giovanni Celeghin che finanzia, ogni anno, solo uno o due progetti, abbia scelto quest’anno di finanziare la nostra ricerca, nella forma di un progetto biennale dal titolo “Long-noncoding RNAs in glioblastoma stem-like cells as biomarkers and targets for therapy” (Gli RNA lunghi non codificanti nelle cellule iniziatrici del glioblastoma come marcatori e bersagli terapeutici). Il progetto da noi presentato propone una ricerca di base, certamente con potenziali implicazioni cliniche future, ma è prima di tutto un progetto “di conoscenza”. Mi rallegro che si sia voluto dare fiducia al nostro approccio, nella convinzione che solo la comprensione profonda di un fenomeno possa portare allo sviluppo di strumenti efficaci per affrontarlo”.
“La nostra Fondazione nasce da un'esperienza di malattia – ha dichiarato la signora Annalisa Celeghin, presidente della Fondazione – quella di papà, l'imprenditore veneto Giovanni Celeghin, mancato a causa di un glioblastoma nel 2011, che ha lasciato un grande vuoto ma anche il forte desiderio di far sì che la sua storia di malato non fosse vana: nasce così la nostra realtà, che si prefigge di aiutare la ricerca scientifica contro i tumori cerebrali. Ci auguriamo vivamente che questo progetto, innovativo e ben presentato, abbia il potenziale di gettare ulteriore luce nella complessa biologia del glioblastoma, aprendo nuove prospettive terapeutiche per il trattamento di questa malattia refrattaria”.