Il lavoro del gruppo di ricerca in Etnomusicologia di “Tor Vergata”
Sappiamo che data l’emergenza sanitaria in cui ci troviamo, in seguito alla situazione epidemiologica da Covid-19, le funzioni religiose sono sospese. Il lavoro condotto sul campo dal gruppo di ricerca di “Tor Vergata” in Etnomusicologia ci offre la possibilità di partecipare, anche se virtualmente, ad alcune funzioni liturgiche, forse meno conosciute, immersi nella musica, nei colori e nei canti sacri delle comunità immigrate nella Capitale.
Ogni domenica mattina in piazza di Pasquino a Roma, nei pressi di piazza Navona, si può udire un suono coinvolgente caratterizzato da andamenti ritmici provenienti dal cuore dell’Africa. È il coro Bondeko che anima il rito cattolico congolese nella chiesa della Natività di Gesù, dove la gioia collegata alla corporeità è un elemento centrale. In lingua lingala, una delle lingue ufficiali della Repubblica Democratica del Congo, gioia si dice “esengo” ed è questa parola che dà il titolo a un volume che racconta la ricerca etnomusicologica condotta nella comunità congolese dal 2013. Pubblicato da NeoClassica edizioni nella collana Musichemigranti (2019) e realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” e con l’Ufficio Migrantes di Roma, “Esengo” è scritto da Alessandro Cosentino, dottore di ricerca in Storia, Scienze e Tecniche della Musica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Il volume è frutto di un atteggiamento dialogico tra l’autore e i musicisti della comunità, è ricco di trascrizioni musicali di alcuni brani significativi del repertorio del cristianesimo in Congo, la cui analisi si intreccia con la storia della realtà congolese della chiesa della Natività, si chiude con una sezione dedicata alle storie dei protagonisti del coro Bondeko ed è corredato da fotografie e filmati documentati sul campo.
L’Egitto sulla Tiburtina
«Tutto nacque - racconta Serena Facci, Professore Associato di Etnomusicologia e Studi di popular music presso l’Università di Roma “Tor Vergata” - un giorno in cui un collega di Palermo, Girolamo Garofalo, mi fece conoscere la chiesa di S. Giorgio, una delle quattro in cui officia a Roma la comunità copta egiziana. Eravamo sulla Tiburtina al piano terra di un grande edificio e mi ritrovai come catapultata in Egitto, nel bel mezzo di una funzione religiosa. Fu allora che cominciai a domandarmi che cosa sta succedendo a Roma, nelle chiese e luoghi di culto? Come sta cambiando la città? Da lì nacque l’idea di condurre una ricerca sulla liturgia e la musica nelle chiese delle comunità immigrate nella Capitale, per studiare, in particolare, il ruolo della musica e i processi di trasformazione e adattamento dei repertori in situazioni di diaspora».
Le tradizioni musicali in Italia, come cambiano
Lo studio è stato possibile grazie al progetto di ricerca di interesse nazionale (PRIN) sulle trasformazioni in atto nelle tradizioni musicali in Italia dal titolo “Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale dal 900 a oggi: ricerche storiche e indagini sulle pratiche musicali contemporanee”, finanziato dalMIUR. Al progetto hanno partecipato, insieme all’ateneo Roma “Tor Vergata”, le università di Bologna, Firenze, Palermo, Torino e Roma “Sapienza”, capofila del progetto.
L’unità di ricerca di “Tor Vergata”si è occupata di studiare le dinamiche culturali e i processi di trasformazione in ambito musicale in situazioni festive e rituali, sia incontesti “tradizionali” come le aree rurali del Malawi (Africa) e alcune feste del Sud Italia, che in nuovi contesti come le chiese delle comunità immigrate a Roma. Il gruppo di ricerca, coordinato da Giorgio Adamo, professore di Etnomusicologia, era composto da Serena Facci, associato in Etnomusicologia e studi di Popolar Music, Alessandro Cosentino, Raffaele di Mauro e Vanna Viola Crupi, dottori di ricerca e cultori della materia in Etnomusicologia, presso l’Università di “Tor Vergata”.
«Il progetto PRIN è terminato, nel 2015 ma la ricerca è proseguita, - spiega la professoressa Facci - in questi anni infatti, dalla fine del progetto ad oggi, siamo andati avanti con le poche risorse di cui disponevamo. Un supporto finanziario adeguato ci permetterebbe di sistemare il vasto archivio, audio e video, che abbiamo creato e renderlo accessibile agli studiosi e al pubblico. Al momento è conservato in diversi hard disk nel mio studio, ma è fruibile con difficoltà».
Un archivio di pratiche musicali liturgiche a Roma
Nel corso degli anni il gruppo di studio sulle liturgie musicali, formato presso l’Università “Tor Vergata” da Serena Facci, Alessandro Cosentino e Vanna Viola Crupi, si è allargato alla collaborazione di altri etnomusicologi come Grazia Tuzi dell’Università Sapienza, Maria Rizzuto dell’Università di Palermo nelle prime fasi della sua ricerca dottorale, Blanche Lacoste attualmente dottoranda in cotutela tra le università “Tor Vergata” e l’Università di Aix-Marseille, e altri studenti. La maggior parte della documentazione riguarda chiese cattoliche, come la Congolese e cristiane di rito orientale. Il progetto, che era dunque parte della più ampia ricerca condotta grazie al PRIN negli anni precedenti, aveva l’obiettivo di documentare eventi rituali in senso interreligioso. «Ben presto - continua la professoressa Facci - ci siamo resi conto che la grande prevalenza di cristiani tra gli immigrati della Capitale andava assorbendo gran parte del nostro lavoro e dunque abbiamo deciso di concentrarci sulle comunità cristiane, rimandando a tempi successivi un allargamento ad altre fedi».
Lo studio di musiche viventi
«La caratteristica di queste ricerche etnomusicologiche - sottolinea Alessandro Cosentino - è quella di studiare musiche viventi, ovvero tradizioni ancora funzionali e inoltre, come in questo caso, eseguite dal vivodurante le celebrazioni religiose. Le comunità che abbiamo studiato sono molto dinamiche e aperte alla città, in particolare quella congolese che, trovandosi nel pieno centro di Roma, accoglie con gioia ogni domenica turisti e curiosi. Un appuntamento importante per diverse comunità cattoliche di migranti nella Capitale – ricorda Cosentino – è la messa della Festa dei Popoli, celebrata nel mese di maggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano, vede la presenza dei cori delle comunità le quali partecipano ognuna con un canto».
Video “Esengo”, Mfumu yamba makabo, coro Bondeko, Chiesa della natività di Gesù, Roma 17 aprile 2014
Video “Esengo”, Offertorio, coro Bondeko - Chiesa della natività di Gesù, Roma 7 dicembre 2014
Il lavoro di ricerca nella periferia, spazi culturali e religiosi di Torre Angela
L’Ateneo Roma “Tor Vergata” con il Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società conduce sul quadrante Sud-Est di Roma, il territorio nel quale l’Università si trova, ricerche non solo in campo etnomusicologico ma anche di geografia sociale, come nel caso del lavoro di ricerca di Pierluigi Magistri, ricercatore a “Tor Vergata” in Geografia. A partire da questa ricerca Magistri ha realizzato un video “Torre Angela: spazi in dialogo tra ieri e domani” che è un’esplorazione sintetica degli spazi materiali e simbolici, culturali e religiosi di Torre Angela, alla periferia di Roma.
Il quartiere nasce e si sviluppa a partire dai processi migratori, prima regionali e poi globali (sono state censite 64 diverse nazionalità straniere). La borgata, che prima d’ora non era stata mai considerata da ricerche geografiche sul tema, costituisce un “naturale laboratorio di nuova territorializzazione”, multiculturale e denso di relazioni umane. Per rimanere invece in tema di musica, segnaliamo che presso l’Ateneo di “Tor Vergata” è attivo da diverso tempo un Laboratorio Jazz (diretto da Danilo Bughetti e di cui è responsabile il prof. Adamo) mentre un coro Gospel, coordinato da Alberto Annarilli partirà appena possibile.
Per quanto riguarda le comunità straniere in Italia, quella rumena è la più numerosa, con più di 1 milione di presenze, seguono la comunità albanese (extra UE), circa 440 mila presenze, quella marocchina con 420 mila presenze circa e la comunità cinese, quasi 300 mila; tra le comunità dell’Africa sub sahariana presenti a Roma la più numerosa è quella dei nigeriani.
Giorgio Adamo, professore di Etnomusicologia all’Università di Roma “Tor Vergata”, dirige il Laboratorio-archivio di Etnomusicologia, dedicato alla produzione e gestione di materiali audiovisivi musicali in ambiente digitale a scopo di ricerca. È responsabile del Laboratorio Jazz dell’Ateneo.
Alessandro Cosentino, è dottore di ricerca in Storia, Scienze e Tecniche della Musica, cultore della materia in Etnomusicologia all’Università Roma “Tor Vergata” e docente di ruolo di Musica nella Scuola secondaria di I grado. Fa parte del comitato di redazione della rivista Etnografie Sonore / Sound Ethnographies. Ha pubblicato in italiano e in inglese saggi su chitarristi del Malawi e Botswana e sulle pratiche musicali liturgiche delle comunità di immigrati cristiane di Roma, in particolare quella congolese.
Vanna Viola Crupi, dottore di ricerca in Storia e analisi delle culture musicali (Sapienza Università di Roma) e cultore della materia presso l’Università Tor Vergata di Roma. Ha condotto diverse ricerche etnomusicologiche in Uganda come membro della Missione Etnologica italiana in Africa Equatoriale. Ha diretto il Museo delle Tradizioni Musicali di Arsoli (RM) dal 2010 al 2016. Fa parte della redazione della rivista Etnografie Sonore/Sound Etnographies. Le principali aree di ricerca son incentrate sulla musica africana e in particolare sulle tradizioni musicali dei Bakonzo dell’Uganda, la relazione fra musica e linguaggio in contesti linguistici tonali, le musiche liturgiche e paraliturgiche delle comunità eritrea e nigeriana di Roma.
Serena Facci è Professore Associato di Etnomusicologia e Studi di popular music presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. I suoi terreni di ricerca e le sue pubblicazioni riguardano le musiche tradizionali e popolari contemporanee dell’Italia e dell’Africa centro-Orientale e i temi del confronto culturale attraverso la musica a livello pedagogico-didattico, sociale e religioso.
Pierluigi Magistri, ricercatore di Geografia presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in Geografia.
A cura dell'Ufficio Stampa di Ateneo