La ricerca per un dottorato in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia a “Tor Vergata” per identificare i primissimi segni di danno ambientale sulla salute umana
Che gli effetti dell’inquinamento ambientale si ripercuotano sull’organismo umano è cosa ben nota. Sul come, con quali conseguenze e anche rimedi, si sta focalizzando da anni il progetto di ricerca EcoFoodFertility. Uno studio indipendente multicentrico di biomonitoraggio umano, partito dalla cosiddetta “Terra dei Fuochi” in Campania che, con un rigido e scrupoloso protocollo di selezione del campione, sta indagando coorti omogenee per stili di vita e indici antropometrici di residenti in aree a diversa pressione ambientale non solo d’Italia. In particolare, sta effettuando, secondo un approccio di “system biology” un’ampia gamma di esami (contaminanti, biomarcatori ossidativi, immunologici, genetici, epigenetici, proteomici, lipidomici, metabolomici) su campioni di sangue, liquido seminale e urine. Il 30 dicembre dello scorso anno sono stati pubblicati i risultati di una ricerca effettuata nell’ambito del progetto EcoFoodFertility sulla rivista scientifica Toxic, in cui è stata rilevata per la prima volta la presenza di microplastiche nelle urine umane di 6 persone, 3 donne e 3 uomini, residenti in varie zone della Campania, area del Salernitano e area Nord di Napoli.
Come arrivano nelle urine queste microplastiche? Dopo il filtraggio nel corpuscolo renale, formato dal glomerulo (un groviglio di capillari, sede appunto di filtrazione del sangue) e dalla capsula di Bowman (che riceve il filtrato), le cellule dei tubuli renali modificano la composizione del sangue, selezionando nuovamente ciò che è stato filtrato a seconda dei bisogni dell’organismo e ciò che viene definitivamente scartato viene trasportato dai capillari peritubulari e verrà eliminato con l’urina. Tutto questo con un processo di riassorbimento e secrezione. Ed è per questa via peritubulare, che si suppone passino le microplastiche nelle urine.
Questa scoperta, oltre ad ampliare la consapevolezza di quanto l’inquinamento da micro e nanoplastiche sia dannoso e fino a dove riesce a penetrare nel nostro corpo, dà un’ulteriore spinta alla ricerca, impegnata a capire come contrastare gli effetti negativi dell’impatto ambientale sull’organismo umano, e trovare anche un rimedio per risanarlo.
Tuttavia, dalle indagini di confronto effettuate fra i fluidi biologici raccolti nei diversi campionamenti, sembra che il liquido seminale possa rappresentare un più precoce e sensibile indicatore della Salute Ambientale e Generale oltre che potenzialmente predittivo per impatti futuri sulla salute umana. La seconda fase del progetto EcoFoodFertility è tutta dedicata alle possibili misure di resilienza per controbilanciare e/o ridurre l’impatto degli inquinanti sulla salute umana. Con tali obiettivi, il progetto vuole rappresentarsi come un modello per politiche innovative per la salvaguardia della salute pubblica.
Ideatore e coordinatore del progetto EcoFoodFertility è Luigi Montano, uro-andrologo ospedaliero dell’ASL Salerno, responsabile del Servizio di Andrologia e Medicina dello Stile di Vita in UroAndrologia presso l’Unità operativa complessa di Urologia, Ospedale “San Francesco d’Assisi” di Oliveto Citra (SA), presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana e dottorando di ricerca in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia del Dipartimento di Biologia presso l’Università di Roma "Tor Vergata", sotto la supervisione della prof. Katia Aquilano.
La sua attività di ricerca per il dottorato, “The role of sperm mitochondria in the adaptation to environmental stress”, si focalizza sugli aspetti bioenergetici e genomici dei mitocondri “bersagli elettivi degli stress ambientali”. Dunque, essendo gli spermatozoi “prime sentinelle” degli insulti ambientali, i mitocondri spermatici sono i primi a “registrarli”. A questo livello il rapporto stress ambientale e danno alla salute riproduttiva, primo anello di danno alla salute generale, diviene molto stretto.
La prof Katia Aquilano così commenta lo studio. "Con il progetto EcoFoodFertility, Montano sta anche portando avanti linee guida alimentari, basate sulla dieta mediterranea costituita da prodotti biologici e indirizzata alla sostenibilità dei sistemi agroalimentari, all’economia circolare e alla tutela ambientale. Infatti una dieta sana, equilibrata, costituita da prodotti di qualità, preferibilmente a km 0 (da filiera controllata e sicura), non solo aiuta a prevenire problemi di salute, ma può anche curarli, disintossicando il corpo da quegli elementi dannosi come gli inquinanti chimici e fisici”. Queste sono esattamente le due fasi del progetto di ricerca EcoFoodFertility: fase 1 “Seme Sentinella della Salute Ambientale e Generale”; fase 2 La “bonifica dell’uomo inquinato” (dieta mediterranea bio, alimenti funzionali e/o nutraceutici). "La ricerca svolta dal dottor Montano presso “Tor Vergata” si inserisce esattamente nella fase 1, per poter indagare la capacità predittiva dei mitocondri dello spermatozoo”.
Rassegna stampa
https://www.mondosanita.it/individuate-microplastiche-nelle-urine-umane/
https://www.mdpi.com/2305-6304/11/1/40
file:///C:/Users/Stage/Downloads/toxics-11-00040-v3%20(1).pdf
https://www.ecofoodfertility.it/chi-siamo/pubblicazioni-scientifiche
Credits foto
"Dott. Luigi Montano intervistato da Mariateresa Conte" by Radio Alfa is licensed under CC BY-NC-SA 2.0.
By ds_30 (Unknown Year) https://www.photosforclass.com/download/pb_4916635