21 novembre 2018 - Un’aula Moscati (Macroarea di Lettere) strapiena quella che ha accolto Pietro Bartolo,medicosempre in prima linea nel soccorso ai migranti e autore del libro Le stelle di Lampedusa. La storia di Anila e di altri bambini che cercano il loro futuro fra noi (Mondadori, 2018).
L’incontro, coordinato da Franco Salvatori, Geologo, è stato organizzato dall’Università Roma “Tor Vergata” nell’ambito di un ciclo di iniziative sul fenomeno migratorio. Sono intervenuti Claudio Franchini, Prorettore, Marina Formica, Delegata del Rettore alla Cultura, Giorgio Adamo, Direttore del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società, Simone Bozzato, Geografo, Claudia Hassan, Sociologa, Marco Innamorati, Psicologo, e di Leonardo Palombi, Medico.
Il medico di Lampedusa ha raccontato agli studenti universitari la sua esperienza professionale e umana nel Poliambulatorio dell’isola, definita da lui stesso come “una zattera che ha accolto sempre tutti”, e sul molo Favarolo, il molo della sofferenza ma anche della speranza. « La mia seconda casa. In realtà - racconta Bartolo - la mia prima casa perché ho passato su quel molo più giorni e più notti che a casa mia.
Pietro Bartolo, il primo a salire a bordo per verificare che ci siano malattie infettive gravi, ripercorre le stragi in mare, una su tutte quella del 3 ottobre 2013 dove morirono 368 persone, e ricorda i morti sui quali è stato costretto a compiere ispezioni cadaveriche, senza essere lui un medico legale. «Una volta, salito su un peschereccio, dopo aver visitato, uno a uno, i vivi sono passato a ispezionare, uno a uno, i morti che erano già stati posizionati all’interno dei sacchi dai Vigili del Fuoco, e constatare il decesso. Cosa che faccio sempre prima di chiudere i sacchi. E mi accorsi che una ragazza era viva. Dopo un primo soccorso al Poliambulatorio di Lampedusa, la ragazza è stata trasferita all’ospedale di Palermo, dove dopo 40 giorni è stata dimessa. Quella ragazza, Kebrate, che era già nel sacco, è andata a vivere in Svezia».
Un monumento alla memoria dei migranti deceduti in mare, la Porta d’Europa, è stato realizzato a Lampedusa nel 2008.
«Una porta questa sempre aperta – ricorda Bartolo – che rappresenta la storia delle migrazioni. È stata realizzata dall’artista Mimmo Paladino che l’ha voluta proprio là, al 35° parallelo. Dopo quella porta c’è il mare».
Le stelle di Lampedusa, il nuovo libro di Pietro Bartolo, è a metà strada tra un romanzo di formazione e un documentario. Il libro racconta la storia di Anila, una bambina che quando Bartolo la incontrò non avrà avuto più di dieci anni. Lampedusa per lei, come per molti, non è la fine di un viaggio ma un nuovo punto di partenza. Quello di Anila verso il suo vero obiettivo, trovare la mamma «da qualche parte in Europa», quello di Pietro Bartolo di salvarla. Da tutto. Dalla prostituzione, dal vudù africano che la teneva in scacco, dalla burocrazia occidentale. Un pensiero speciale va alle stelle di Lampedusa che a Bartolo piace immaginare siano lì a proteggere le migliaia di bambini che ogni giorno devono affrontare viaggi disperati. Come quello di Anila.
« Con iniziative di questo tipo “Tor Vergata” si conferma Ateneo a zero indifferenza, portatore di attenzione verso la sostenibilità sociale. L’innovazione sociale e lo sviluppo sostenibile caratterizzano l’impegno di “Tor Vergata” nelle attività di Terza Missione, impegno sottolineato anche dallo Statuto dell’Ateneo», ha dichiarato il Prorettore Claudio Franchini.
PIETRO BARTOLO, nato a Lampedusa da una famiglia di pescatori, a tredici anni ha lasciato l’isola per andare a studiare prima a Trapani e poi a Siracusa. Laureatosi in medicina, nel 1988 è tornato a Lampedusa dove dal 1991 si occupa del poliambulatorio. Da sempre in prima linea nel soccorso ai migranti, si è meritato numerose onorificenze, tra cui il titolo di «Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana» conferitogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di «Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana» conferitogli dal presidente Sergio Mattarella, di Goodwill Ambassador for Unicef, il Premio Sérgio Vieira de Mello (Cracovia 2015) e il Premio franco-tedesco per i diritti umani (Berlino 2016). È uno dei protagonisti del film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’oro a Berlino nel 2016. Nel 2016 ha scritto insieme a Lidia Tilotta Lacrime di sale, pubblicato in oltre 40 paesi.