Una ricerca, effettuata utilizzando la tomografia X a contrasto di fase, ha permesso di realizzare uno svolgimento virtuale su due rotoli carbonizzati di papiri di ercolanesi
A seguito della terribile eruzione del Vesuvio 79 d.C. l’antica città romana di Ercolano fu seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango. Gli scavi archeologici hanno, nel tempo, riportato alla luce preziosi stralci di una vita passata. In una costruzione denominata in seguito ‘Villa dei papiri’ furono ritrovati ben 1800 papiri ancora arrotolati, seppur carbonizzati, e ad oggi quasi interamente conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.
Grazie all’uso della tomografia X a contrasto di fase, è stato possibile “srotolare” virtualmente alcuni dei reperti e i risultati sono stati sorprendenti.
La ricerca, pubblicata su Nature Scientific Reports, ha coinvolto ricercatori del Centro NAST di Roma Tor Vergata, del CNR-NanoTec (coordinatore), del CNR-Iliesi e il laboratorio di fisica dell’Università della Calabria, mentre le misure con luce di sincrotrone a contrasto di fase sono state effettuate all’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF) di Grenoble (Francia).
Grazie alla qualità senza precedenti delle immagini fornite dallo 'srotolamente virtuale', i ricercatori sono riusciti a ‘leggere’ su due rotoli di papiro carbonizzati provenienti dalla collezione della Biblioteca Nazionale di Napoli, l’intero alfabeto greco, sequenze di lettere greche, parole, espressioni e la più estesa porzione testuale mai rilevata finora all'interno dei rotoli.
“Questa tecnica che utilizza luce di sincrotrone ha la caratteristica di amplificare il contrasto tra la scrittura e il papiro, così da individuare e distinguere il testo scritto al suo interno”, spiega Giulia Festa. “Abbiamo analizzato due rotoli ercolanesi della collezione con una tecnica avanzata di tomografia a raggi X, solitamente utilizzata in ambito medico, e applicato una serie di algoritmi di analisi dei dati, sviluppati ad-hoc per lo srotolamento virtuale”, aggiunge Alessia Cedola, ricercatrice di CNR- NanoTec. “La lettura del testo greco decifrato grazie alle competenze presenti presso l’CNR-Iliesi – ha invece sottolineato Carla Andreani direttore del Centro NAST di Tor Vergata – ha dato ‘voce’ al filosofo greco Filodemo della scuola di Epicuro riportando alla luce frazioni di suoi testi nascosti nella struttura interna dei rotoli”.
Intervenuto sull’argomento anche Roberto Bartolino dell’Università di Cosenza: “Il risultato cruciale di questo studio è la lettura virtuale del testo contenuto nei rotoli, senza doverli svolgere meccanicamente e, quindi, mettere a rischio la loro integrità”
“Lo svolgimento dei due rotoli – conclude infine Giuseppe Gigli, direttore di CNR-Nanotec – ha svelato la storia dei papiri, rivelando elementi interessanti a noi prima ignoti, come tipologie scrittorie diverse, un’erronea associazione di un papiro ad una porzione già scoperta in passato e la presenza di sabbia e piccoli sassi all’interno, probabilmente provenienti dagli eventi catastrofici che precedettero l’eruzione pliniana”.
Info:
http://www.nature.com/articles/srep27227
Centro NAST