Scoperto il meccanismo dell’autofagia, metodo con cui le cellule riciclano le sostanza di scarto: intervista al Professor Giuseppe Novelli su Repubblica.it del 3 ottobre 2016
Il premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina Yoshinori Ohsumi ha un immenso valore per la ricerca di base. È assegnato infatti allo scopritore di un concetto fondamentale in biologia, evolutivamente conservato ma sconosciuto sino a poco più di un decennio fa, confuso per molti anni con un meccanismo di morte cellulare programmata e assente anche dai libri di testo di biologia cellulare nelle loro ultime edizioni. L’autofagia (dal greco autós, se stesso e fagéin, mangiare) è un processo visualizzato al microscopio come autodigestione da parte della cellula. In realtà, esso consente la rimozione di proteine a lunga vita e di grandi dimensioni, di organelli cellulari danneggiati o inutili, di aggregati intracellulari tossici ed infine anche di molecole selezionate che devono essere rapidamente eliminate. Gli autofagosomi sono le microvescicole che mediano il processo, mediato da più di 35 geni che ne controllano la formazione ed il trasporto sino al lisosoma, organello dove il contenuto da distruggere deve essere metabolizzato ed eventualmente o parzialmente riciclato. Tali autofagosomi agiscono come i mezzi per la raccolta dei rifiuti cellulare, muovendosi nella cellula lungo il citoscheletro microtubulare come fanno i camion della spazzatura nelle vie delle nostre città. Un difetto di formazione o di trasporto degli autofagosomi comporta accumulo di organelli danneggiati o aggregati multimolecolari che possono indurre neurodegenerazione o instabilità cromosomica (e quindi i tumori). Al contrario, l’autofagia, se perfettamente funzionante in tumori originati da altre mutazioni, contribuisce con la sua attività di “pulizia cellulare” alla sopravvivenza e alla resistenza delle cellule tumorali.
Presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Tor Vergata, il gruppo del prof. Francesco Cecconi e quello diretto dal Prof. Mauro Piacentini svolgono ricerche d’avanguardia sull’autofagia. Solo pochi anni fa, un nuovo gene regolatore dell’autofagia, denominato Ambra1, è stato isolato e caratterizzato nei laboratori di Tor Vergata (l’articolo fu pubblicato nel 2007 su Nature), mentre più recentemente è stato definito il rapporto molecolare esistente tra autofagia e proliferazione cellulare in condizioni tumorali (articolo del 2015 su Nature Cell Biology).
Guarda l’intervista del prof. G. Novelli su Repubblica.it
In rosso i mitocondri, in verde le microvescicole dell’autofagia (gli autofagosomi), in azione in fibroblasti umani