Articolo del Rettore Giuseppe Novelli su “Scuola24 - Sole24 Ore” del 10 novembre 2015
Si riporta di seguito il testo dell’intervento del Rettore pubblicato su Scuola 24 - Il Sole 24 Ore
10 novembre 2015
Per gli atenei alleanze con le Pmi nel segno degli «spin in»
di Giuseppe Novelli *
Alcuni fatti. Siamo fuori dalla recessione, con un Pil che è tornato a crescere dal primo trimestre del 2015, secondo i conteggi dell’Istat. La ripresa si è finalmente avviata: da alcuni mesi i principali indicatori economici ci dicono che anche in Italia è iniziata l’inversione di tendenza. Secondo le stime del Fmi, la crescita per il nostro Paese è prevista consolidarsi per il resto del 2015 e in accelerazione per tutto il 2016. Il monito di Bankitalia (e non solo) è però che “occorre consolidare”. Occorre non accontentarci di questi segnali. Occorre cavalcare l'onda. Iniettare nuova linfa al sistema. Ridare fiducia agli operatori, in primis alle imprese.
Alcune “ricette”: le riforme del Governo. Le proposte degli economisti. I suggerimenti degli imprenditori. Ma anche le idee di quelle istituzioni che in campo sono scese da tempo e con determinazione: mi riferisco alle Università e al contributo fattivo che esse possono dare attribuendo nuovo impulso a un approccio di cui si discute (poco, a dir la verità) negli ultimi anni. In poche parole: «spin in». Perché «spin in»? Da tempo discutiamo intorno a quale sia il miglior set di politiche (della ricerca, industriali, dell'innovazione) che possa aiutare il nostro sistema a crescere e a garantire la diffusione di una cultura imprenditoriale e dell'innovazione. In generale, ciò che sembra emergere da quanto è avvenuto negli ultimi decenni, nonostante gli sforzi compiuti a favore dell'industria, è che le azioni poste in essere non sono riuscite a ottenere risultati brillanti, stabili e idonei a assicurare uno sviluppo durevole e coordinato.
Che sia proprio il coordinamento ciò di cui abbiamo più bisogno? Per rinsaldare l'inversione di tendenza, da più parti (a esempio Confindustria) si sottolinea l’importanza di un clima di consenso e condivisione, nonché l'urgenza di una rinnovata politica industriale in grado di rafforzare la collaborazione tra pubblico e privato. L’operatore pubblico è dunque chiamato a recuperare un ruolo attivo in questo processo di promozione della crescita, anche attraverso nuovi meccanismi che possano sostenere le imprese a realizzare soluzioni innovative e produttive. Fare coordinamento, allora, potrebbe praticamente significare assicurare una stretta interazione tra gli attori del sistema (istituzioni, industria e Università): passando da una “industria 4.0” ad un approccio capace di coniugare le nuove istanze dell’impresa con la cosiddetta Terza missione degli Atenei, entrambi in rete. Spin in, appunto.
All’interno della Pubblica amministrazione e alla luce dei processi di rinnovamento e di razionalizzazione organizzativa che stanno interessando il comparto delle università, gli atenei possono - attraverso la Terza missione - contribuire a creare una visione coordinata, organica e sistemica delle azioni volte a rafforzare il rapporto tra ricerca, industria e innovazione, con una attenzione più marcata nei confronti dei reali bisogni e delle caratteristiche (di settore, struttura, dimensione) delle aziende che operano in un dato territorio. Le università, ciascuna con il proprio “portafoglio” di aziende partner e istituzioni, possono far ciò come hub aggregatore di competenze, di risorse, di idee. Soprattutto se il tessuto imprenditoriale di riferimento è costituito da una pluralità di piccole medie imprese che - benché con grande potenziale, anche innovativo - non hanno sufficienti forza, fiducia, informazioni, formazione e soprattutto non hanno le risorse necessarie per fare ricerca e sviluppo e competere.
Con la formula spin in, l’Accademia può rendere possibile il passaggio dal sapere (della ricerca) al saper fare (e bene) dell'impresa. Le università aiutano le Pmi a innovare i loro prodotti, senza inventarne di nuovi (spin-off) che richiederebbe tempi lunghi. Infatti, proprio tenendo conto delle peculiarità del nostro tessuto produttivo (a differenza di esperienze di successo di altri contesti, come per esempio in Israele), con la formula spin in, l’università italiana può andare oltre i processi di valorizzazione della ricerca scientifica realizzati attraverso le formule di spin off. Con il meccanismo di interazione strutturata che è alla base dello spin in, l’Accademia può fare network, mettere in campo il sapere, incontrare la tecnologia, sviluppare partnership con le aziende, curare il trasferimento delle conoscenze, rafforzare le abilità per il “saper fare”, dare forma ai progetti, aiutare l'innovazione. È proprio ciò che sta alla base della Terza missione degli atenei: l’Accademia si apre alla società e al mercato, dialoga con le altre istituzioni, crea relazioni stabili e osmotiche, in forza delle quali diviene possibile attivare circuiti virtuosi per la crescita e lo sviluppo socio-economico del territorio di riferimento.
* Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata
In allegato l’intervento del Rettore pubblicato su Scuola24 - Il Sole 24 Ore (10 novembre 2015)