Lo scorso 22 maggio, presso l’Aula Magna della Facoltà di Economia dell'Università degli studi di Roma "Tor Vergata", si è svolto il primo Workshop Internazionale del progetto europeo BRISWA, al quale hanno partecipato alcune personalità del mondo sportivo e non, tra cui il prof. Stefano D'Ottavio, presidente Corso di Laurea Specialistica in “Scienze e Tecniche dello Sport” dell’Università “Tor Vergata”, il presidente della FIGC Carlo Tavecchio, il calciatore dell'A.S. Roma Bruno Peres, Mister Gigi Di Biagio, Miss Patrizia Panico, il dott. Aldo Grauso, l'assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma Daniele Frongia e il campione italiano di atletica Andrew Howe.
L’evento è stato introdotto dall’intervento del presidente del Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Sergio Bernardini, il quale ha ammesso: “Il calcio è uno sport importante, soprattutto in questo momento, per veicolare un messaggio di inclusione e tolleranza anche fuori dal terreno di gioco”.
Al giorno d'oggi, purtroppo, sempre più spesso durante le partite di calcio si assiste a situazioni che vedono alcuni giocatori di una squadra essere bersaglio di insulti razzisti o peggio. I recenti avvenimenti in Serbia, nella partita tra Partizan e RAD e ciò che è accaduto in maniera deprecabile durante alcuni match delle gare del campionato italiano, rappresentano solo gli ultimi esempi di una troppo lunga fila di tali eventi. L’assessore Frongia, infatti, ha ricordato l’ultimo caso della partita Cagliari-Pescara auspicando un cambiamento: “Ognuno di noi deve combattere contro questo fenomeno cercando di cambiare culturalmente e organizzandoci. Il Comune di Roma, in quest’ambito, si sta muovendo con alcune iniziative, come l’installazione di campi da tennis a Ponte di Nona, la maratona “via Pacis” e l’evento di scacchi che si terrà in piazza del Campidoglio”.
Il presidente della Federcalcio Tavecchio ha, invece, insistito sul tema della formazione e dell’educazione: “E’anche nella formazione e nella cultura che ci si allena a fare gol contro il razzismo. Lo sport, credo, debba essere integrativo del sistema scolastico”.
Bruno Peres, rivolto soprattutto al pubblico dei più giovani, ha dichiarato: “E’ importante parlare di razzismo perché non è il colore della pelle che ti fa più o meno bravo. Siamo tutti uguali, l’importante è continuare a lottare contro il razzismo anche nella vita di tutti i giorni. Chi subisce discriminazioni sa perché soffre, mentre chi le fa non sa cosa sta facendo, per questo è importante diffondere il messaggio e combattere tutt insieme”.
Per questo motivo il progetto BRISWA (the Ball Rolls In the Same Way for All), finanziato dall'UE, e più nello specifico dal programma ERASMUS + SPORT (COLLABORATIVE PARTNERSHIP - GA 2016-3060) si pone l’obiettivo di tentare, da un lato, un’opera di sensibilizzazione pubblica, affrontando il problema del razzismo e cercando di diffondere il messaggio di uguaglianza di razza, genere e religione tra i calciatori (soprattutto tra i più giovani). Dall’altro, un’analisi scientifica e sociale che tenti di identificare policy efficaci per la mitigazione del fenomeno e possibilmente, in ultima analisi, di eradicare il fenomeno del razzismo dal mondo dello sport.
Carlo Tavecchio ha poi concluso il suo discorso riportando le statistiche della Figc: “I dati positivi riscontrati registrano un drastico calo delle sanzioni, nella fattispecie della discriminazione razziale, il che ci fa ben sperare per il futuro e ci impone di continuare in questa direzione”.
Durante il workshop, oltre ai contributi degli ospiti sopra citati, sono stati presentati i primi risultati delle attività di progetto, nonché alcune delle manifestazioni che si terranno sul territorio italiano nei prossimi mesi.