Quest’anno il Format in collaborazione tra Tor Vergata e Piero Angela è dedicato allo Sviluppo Sostenibile
Dopo il grandissimo successo della prima edizione, sono ripartiti gli incontri di “Prepararsi al Futuro”, il ciclo di lezioni dedicato ai giovani e al loro futuro, nato da una collaborazione tra l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Piero Angela.
Focus di questa nuova edizione è lo Sviluppo Sostenibile, cardine della mission del nostro Ateneo, declinato nelle sue molteplici forme e applicazioni. In particolare, il primo incontro, tenutosi mercoledì 11 dicembre presso l’Auditorium Ennio Morricone della Macroarea di Lettere e Filosofia, si è incentrato sulla sostenibilità ambientale.
Due le lezioni, alle quali hanno partecipato circa 400 studenti di scuole superiori e universitari, che hanno affrontato il tema del mare – la prima, a cura di Roberto Danovaro – e il tema dell’agricoltura e della terra – la seconda, a cura di Andrea Segrè.
In apertura il dott. Vincenzo Ludovici Pietropaoli ha illustrato ai presenti il progetto “GOCCIA-Goal One per il Cambiamento Climatico in Ateneo”, una best practice adottata dalla nostra Università per limitare la produzione e il consumo di bottiglie in PET, favorendo il consumo di acqua potabile e l’uso bottiglie riutilizzabili (per info: http://sostenibile.uniroma2.it/ateneo-sostenibile/goccia/). A tutti i partecipanti, inoltre, è stata distribuita la shopper di Ateneo con la bottiglia di Tor Vergata, in acciaio inossidabile completamente “carbon neutral”, anche questa legata al progetto Goccia.
Ha preso poi la parola Piero Angela, ringraziando l’Università per aver creduto fin dall’inizio al progetto di “Prepararsi al Futuro” e averlo sostenuto con forza: “anche questa edizione vedrà la partecipazione di relatori di altissimo profilo, ma i veri protagonisti restano i ragazzi che hanno l’occasione di immaginare e costruire il proprio futuro, che sarà molto diverso dal tempo presente. È necessario guardare avanti e pensare a cosa sarà, più che a quello che è stato”.
La prima lezione, tenuta dal prof. Roberto Danovaro, Ordinario di Ecologia presso l’Università Politecnica delle Marche e Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha riguardato la “Salute e sostenibilità degli oceani”. “Il mare – ha detto il prof. Danovaro – è centrale in numerose questioni che interessano la vita di tutti i giorni: il cibo, le risorse energetiche, la salute umana e dell’ambiente, le biotecnologie. Per questo deve essere tutelato, soprattutto in relazione ai problemi di cambiamenti climatici, di inquinamento e di conservazione delle biodiversità che negli ultimi decenni lo stanno seriamente minando”. Non ci sono soluzioni univoche per affrontare il problema, per questo va portata avanti la ricerca e soprattutto vanno sollecitate scelte politiche giuste, che abbiano come obiettivo la tutela della biodiversità marina: “usare tecnologie per monitorare lo stato di salute degli oceani e utilizzare le sue risorse in modo sostenibile, non più invasivo e indiscriminato”.
La seconda lezione, “Le sfide del Cibo”, è stata tenuta dal prof. Andrea Segrè, Ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, ideatore e Presidente di Last Minute Market-Impresa sociale e della campagna Spreco Zero. Attualmente è presidente della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, della Fondazione F.I.CO e del Centro Agroalimentare di Bologna.
“Nel 2050 saremo oltre 10 miliardi – ha esordito il prof. Segrè – e tutti dovremmo mangiare e bere”. L’aumento della popolazione porta con sé il conseguente aumento della produzione e del consumo alimentare che, già ai giorni d’oggi, ha un impatto molto rilevante e sta provocando forti cambiamenti. Gli squilibri riguardano diversi fattori: nei paesi più ricchi, dove la crescita della popolazione è molto bassa, la spesa alimentare costituisce una percentuale quasi irrisoria del reddito (in Italia appena il 12%), mentre nei Paesi cosiddetti in via di sviluppo, dove la popolazione cresce in misura molto più cospicua, la spesa alimentare occupa oltre l’80% del reddito. “Ma la ricchezza – ha proseguito Segrè – ha portato anche un altro tipo di squilibrio. Se prima si sentiva parlare solo di malnutrizione per difetto, oggi abbiamo circa 1,6 miliardi di persone malnutrite per eccesso (obesi), con tutta una serie di costi che la società deve sostenere in tal senso”. A questo si aggiunge il grande problema dello spreco alimentare: circa un terzo di ciò che si produce si spreca lungo la filiera agroalimentare. La soluzione? “La realtà è che manca una vera e propria cultura del cibo e del suo valore. Da parte di ognuno di noi ci vorrebbe un serio ritorno alla cosiddetta Dieta Mediterranea, che è stato dimostrato essere quella che impatta meno sull’ambiente. È necessario tornare a una vera e propria educazione alimentare e, anche se sta cambiando qualcosa a livello di consapevolezza, occorre fare di più: modificare i comportamenti alimentari, il carrello della spesa, il modo di cucinare e conservare”.
Per chi fosse interessato il progetto prevede una diretta streaming su live.ccd.uniroma2.it e un richiamo on demand delle varie lezioni, così da rendere possibile la visione e l’ascolto a chiunque lo desiderasse.
A cura dell’Ufficio Stampa di Ateneo