Caldo e isolamento sociale sono un pericolo, specie per le persone anziane. I dati raccolti dal gruppo di ricerca del professor Leonardo Palombi assieme alla Comunità di Sant’Egidio lo dimostrano.
Avvalendosi del contributo attivo della Comunità di Sant’Egidio, l’università di Roma “Tor Vergata” ha osservato per diversi anni la connessione tra le ondate di calore, l’incremento di mortalità e il grado di socializzazione nelle persone anziane. Relativamente agli over 75, questa connessione risulta essere un fenomeno che purtroppo si ripete ogni estate. Tra l’altro l’Italia, come tutti i paesi mediterranei, è più esposta alle ondate di calore estivo, eventi che preoccupano anche a causa della loro intensità.
“L’aumento di mortalità durante le ondate di calore infatti è una costante e i principali fattori a essa associati sono anch’essi ben noti: età superiore ai 75 anni, fragilità psico-fisica, isola di calore urbano, isolamento sociale” dichiara il professor Leonardo Palombi, ordinario di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università di Roma “Tor Vergata”, specializzato nella valutazione della fragilità bio-psico-sociale e nella prevenzione dei suoi effetti negativi sulla popolazione. “Dal 2003 ad oggi quasi tutte le estati hanno fatto registrare episodi di questo tipo. Proprio per questo motivo il tema della prevenzione della mortalità da ondata di calore è entrato ormai stabilmente nell’agenda degli esperti di sanità pubblica”.
Negli ultimi 10 anni il gruppo di ricerca del professor Palombi si è infatti concentrato su questo argomento, arrivando a pubblicare lo scorso autunno su International Journal of Environmental Research and Public Health un’analisi dell’intervento di prevenzione e contrasto all’isolamento sociale, promosso dal programma “Viva gli Anziani!” della Comunità di Sant’Egidio e condotto in diverse città d'Italia.
Confrontando i dati dei diversi anni - dal 2014 al 2019 - in cui il programma ha avuto luogo, il riscontro è chiaro: nel periodo estivo, aumenta il rischio relativo di mortalità nella popolazione, stratificato per condizioni socio-economiche, età, frequenza e durata delle ondate di calore. Ma nelle zone coperte dal servizio “Viva gli anziani”, e quindi con la presenza nei quartieri di una rete sociale intorno all’anziano, "abbiamo registrato mediamente un rialzo del tasso di mortalità causato dalle ondate di calore inferiore del 50%" ha confermato il prof. Giuseppe Liotta, docente di Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica a "Tor Vergata".
È quindi importante una presenza, anche solo con telefonate o avvalendosi dell’aiuto di un parente o un conoscente che possa far visita all’anziano, accertandosi delle sue condizioni, facendo loro compagnia e aiutando nella gestione delle commissioni quotidiane (medicinali, spesa, preparazione dei pasti, ecc).
“L’intervento sull’isolamento sociale si rivela un elemento decisivo per il contrasto agli effetti delle ondate di calore” conclude il professor Palombi “e, come sottolineato anche in altre pubblicazioni, costituisce un driver molto importante anche in altre “crisi” siano esse collettive (vedi la pandemia da COVID-19) o individuali (ad esempio una frattura di femore o la perdita del partner). Anch’esse associate a un aumento sensibile di mortalità e di uso dei servizi sanitari”.
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