Migliaia di giovani hanno affollato il padiglione allestito presso la Fiera di Roma. Lo stand del nostro Ateneo ha fatto il pieno di presenze
E’ stata una tre giorni di grande impegno quella che la scorsa settimana ha coinvolto anche l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” all’interno del Salone dello Studente. I responsabili dell’Orientamento d’Ateneo, ottimamente coadiuvati da un gran numero di studenti e tutor, hanno infatti fatto fronte alle innumerevoli domande e richieste arrivate dai tantissimi studenti presenti all’appuntamento. Negli stand allestiti all’interno dei locali della Fiera di Roma si sono infatti avvicendati migliaia di ragazzi delle scuole superiori, sia per richiedere informazioni di ogni tipo sui corsi dell’Ateneo, sia semplicemente per osservare l’esposizione preparata dal personale della Macroarea di Scienze, tramite i Dipartimenti di Chimica, Biologia, Fisica e Matematica.
All’interno del Salone, inoltre, presente Youth For Future, sezione espressamente dedicata a Scienza, Innovazione e Tecnologia, dove non poteva mancare l’apporto del nostro Ateneo, che si è anzi reso protagonista con due appuntamenti attesi e molto frequentati: l’incontro con la scrittrice Licia Troisi – astronoma e ricercatrice di “Tor Vergata” – dal titolo "Dalle stelle alle pagine di un libro" e la tavola rotonda Le professioni del Futuro, durante la quale sono intervenuti il prof. Lucio Bianco dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Riccardo di Stefano – Vice Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria – e ancora la stessa Licia Troisi. A moderare il Prof. Vittorio Rocco, docente del dipartimento di ingegneria industriale e Delegato del Rettore all'accoglienza, all'orientamento e al tutoring.
La prima a spiegare l’importanza dell’appuntamento è stata la prof. Viviana Fafone, docente di Astrofisica presso il nostro Ateneo e responsabile della sezione scientifica di "Tor Vergata" presso il Salone: “Tor Vergata è uno dei partner principali di questo appuntamento, del quale condivide pienamente gli obiettivi. Si tratta di un’occasione unica per venire in contatto con il mondo dell’innovazione e del futuro. L’Università di “Tor Vergata” ha grande attenzione per il futuro lavorativo dei propri studenti e ci fa molto piacere essere presenti con gli stand della Macroarea di Scienze, che grazie ai Dipartimenti di Fisica, Chimica, Biologia e Matemantica possono offrire ai ragazzi delle esperienze interattive. Abbiamo avuto una grande risposta e registriamo un grande interesse, siamo molto soddisfatti”. “I ragazzi sono molto affascinati dalla scienza soprattutto per ragioni culturali – ha poi proseguito la professoressa Fafone – Nel nostro pese per molti anni l’ha fatta da padrone la cultura umanistica e le scienze erano viste come uno strumento per raggiungere un obiettivo, meno come campi con una loro valenza culturale. C’è quindi da una parte una rivalutazione dell’aspetto culturale e dall’altra uno sviluppo tecnologico che ha fatto sì che la tecnologia si infiltrasse in tutti gli ambiti della società, anche quelli tradizionalmente umanistici (pensiamo ad esempio al digitale nei musei) e sarà sempre più così. Nascono nuovi mestieri e nuove professioni che non c’erano fino a qualche anno fa e quindi gli atenei devono rispondere con offerte formative adeguate per stare al passo con le esigenze del mondo del lavoro. “Tor Vergata” in questo è molto attenta: è nostro il dovere di formare la società del futuro. La Macroarea di Scienze ha al suo interno docenti di altissimo livello, è geograficamente inserita in contesto di campus e insiste all’interno di un’area dove esistono enti di ricerca come l’Asi, il Cnr, l’Inaf e i laboratori nazionali di frascati del’Infn.: è un ambiente vivace e molto stimolate per i giovani”.
Molti gli elementi portati all’attenzione dei ragazzi anche dalla tavola rotonda Le Professioni del Futuro, moderata dal prof. Rocco: “ Incontri come questo sono fatti per dare ai ragazzi un’opportunità di scelta consapevole – ha detto il Delegato del Rettore – Lo scenario è cambiato molto negli ultimi anni perché ormai viviamo in una mondo dove le conoscenze non sono patrimonio di un ambito ristretto, ma vanno inquadrate nel fenomeno “globalizzazione”, realtà non più ascrivibile solo ai mercati per un mero punto di vista economico, ma anche alle opportunità per la scelta di un lavoro futuro. In Italia c’è meno attenzione che nel resto del mondo, nell’intraprendere percorsi formativi in ambito tecnologico. Tuttavia l’interazione tra varie discipline è oggi fondamentale, dato che rappresenta la base per l’acquisizione di nuove competenze che si possono raggiungere solo attraverso l’interdisciplinarietà”.
Presente all’appuntamento anche Licia Troisi, astronoma, ricercatrice di “Tor Vergata” e scrittrice fantasy tra le più amate in assoluto. Un vero fenomeno letterario con libri tradotti in 18 paesi e quasi quattro milioni di copie vendute. “La fascinazione verso la scienza deriva inevitabilmente dalla fantascienza – ha spiegato – perché l’immaginazione e la fantasia sono le molle che spingono tutto quello che accade nella vita, tanto le lettere quanto la scienza. Conosco molte persone che hanno deciso di intraprendere una carriera scientifica partendo dalla fantascienza: Samantha Cristoforetti ad esempio è una grande fan di Star Trek, quindi credo che si parta così e poi, conoscendo meglio questo mondo, se ne comprendono tutte le sfumature e le potenzialità che può offrire a livello lavorativo”. “Spesso i ragazzi vogliono sapere cosa c’entra l’astrofisica con la scrittura – ha poi proseguito la scrittrice – perché la percezione è che se sei un astronomo devi scrivere di fantascienza ma, come dicevo prima, quando alla base ci sono immaginazione e creatività tutto è possibile, a livello universale. Sono due tipi di creatività diverse ma strettamente imparentate. Vedere e immaginare cose non immediatamente evidenti è una costante che vale sia nella scienza che nella letteratura”. Da ultimo: “Cosa posso consigliare ai ragazzi? Capire cosa uno sa fare, quali sono le sue competenze. E’ la cosa più importante perché spesso quello che sai fare è anche quello che ti piace fare e fare un lavoro che ti piace è fondamentale nella vita. Per capirlo bisogna fare molte cose e aprirsi a tante esperienze diverse. E’ l’unico modo per capire quale sia la propria strada, senza rinchiudersi in un solo ambito. Non è facile trovarla, la consapevolezza non arriva subito, a volte arriva dopo, in qualche caso arriva tardi, ma bisogna sempre provarci. Sperando ovviamente che questa strada incroci l’Università di “Tor Vergata”, eccellente polo di studio e luogo dal quale vengo, dove mi sono formata e dove resta sempre un pezzo del mio cuore”.