Si è tenuta giovedì 27 ottobre l'inaugurazione dell'anno accademico 2022-2023 all'università di Roma Tor Vergata, il primo evento in presenza dopo due anni di pandemia e didattica a distanza, nell'ambito della manifestazione FUTURE SIGHT che celebra i 40 anni dell'ateneo (1982-2022).
Quest’anno l’Università di Roma Tor Vergata compie infatti 40 anni e li sta celebrando con una grande manifestazione, “Future Sight”, dal 24 al 28 ottobre. Cinque giorni di grande coinvolgimento per l’ateneo e i suoi principali stakeholder, con oltre 70 eventi celebrativi, 4 serate tematiche e più di 300 ospiti per tessere una narrazione che testimoni l’impegno e l’importanza dell’Ateneo che ha alle spalle 40 anni di ricerca di eccellenza e didattica innovativa.
All'inaugurazione dell'Anno Accademico hanno partecipato, tra gli altri, i Ministri della Salute e dell’Università e della Ricerca, Prof. Orazio Schillaci e Sen. Prof. Anna Maria Bernini e tra i principali temi è stata affrontata la solidarietà generazionale. Il ruolo dei docenti in questo percorso di scambio di saperi e di guida dei giovani è assolutamente centrale.
“Valorizzare le competenze, ascoltare gli studenti: non possono essere solo parole, devono essere percorsi”, ha detto il Ministro Bernini. “Le iniziative organizzate in queste giornate rappresentano la contemporaneità e la forte capacità proprio di costruire percorsi di studio aderenti alle esigenze del presente degli studenti – ha aggiunto -. A noi il compito di fare nuove scelte per ridare agli studenti la fiducia nel valore della conoscenza in cui noi crediamo molto. Un credere che deve trasformarsi in azioni e soprattutto in percorsi di formazione”. E infine un messaggio agli studenti: “Usate ogni iniziativa che gli atenei vi offrono per poter conoscere , ascoltare, per essere parte di una comunità più grande. Andate all’estero per poi tornare, per portare in Italia le suggestioni e le competenze che avete acquisito”, ha concluso il Ministro Bernini.
Il Decano dell'Ateneo e Rettore pro tempore, prof. Roberto Longo, ha sottolineato nella sua Prolusione come uno sguardo al futuro per "Tor Vergata" sia in un'ottica di solidarietà generazionale. "Siamo chiamati a misurarci con sfide di non poco conto. Il riscaldamento del clima, con tutte le conseguenze di carattere ambientale ma anche economico e sociale; la crisi energetica derivante certamente dalla guerra ma anche dalla speculazione delle grandi compagnie e della finanza internazionale, senza dimenticare le responsabilità degli apparati burocratici che hanno rallentato gravemente se non impedito l’avanzata delle energie alternative. E ancora, la minaccia di nuove varianti e pandemie che potrebbero mettere ulteriormente in pericolo la salute di milioni di persone; la guerra provocata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a duemila chilometri dai nostri confini con le tragedie umane che sono sotto i nostri occhi, ma anche le tante guerre nascoste o endemiche che si trascinano con le loro vittime anonime del tutto trascurate dai media e ignorate dall’ opinione pubblica internazionale. Le carestie e le condizioni di povertà estrema, violenza e sopraffazione in cui ancora vivono milioni di esseri umani, soprattutto bambini e donne, nelle aree più disagiate de pianeta. Senza dimenticare i quasi sei milioni di italiani in povertà assoluta, secondo gli ultimi drammatici dati forniti dalla Caritas.
E di fronte a tutto questo non si può che reagire auspicando un impegno sempre più attivo e propositivo di tutte le componenti della nostra società.
Come Università degli Studi di Roma Tor vergata siamo convinti dell’importanza di coniugare in maniera sempre più efficace i cardini dell’impegno universitario - ricerca, didattica e terza missione - con le esigenze della società, delle imprese e del mondo della produzione.
E siamo fortemente impegnati sul fronte della transizione digitale, e dell’intelligenza artificiale applicata alle emergenze della nostra epoca: dalla protezione dell’ambiente al contrasto del riscaldamento globale, dallo sviluppo di fonti energetiche alternative alla lotta ai virus, fino alla prevenzione di nuove possibili pandemie.
Crediamo che preparando i giovani ad affrontare con le competenze necessarie queste sfide, non solo ne faciliteremo sicuramente l’inserimento nel mondo del lavoro, ma continueremo a realizzare la nostra importante funzione di ponte tra sapere e società, tra Università e impresa.
Sarà così possibile offrire alle realtà imprenditoriali figure professionali preparate e competenti richieste da diversi settori produttivi e potremo assicurare ai nostri studenti una effettiva spendibilità della laurea sul mercato del lavoro.
Sarà questo il modo migliore per concludere le celebrazioni di Tor Vergata 40, nel ricordo di quelle giornate entusiasmanti, quando grazie all’impegno e alla determinazione di pochi coraggiosi colleghi prese l’avvio, alla presenza del Presidente Sandro Pertini, il primo anno accademico di questa Università.
Oggi a quaranta anni di distanza il migliore augurio che possiamo farci è quello vivere l’anno accademico che stiamo inaugurando e gli altri che verranno, con lo stesso entusiasmo e la stessa lungimiranza di 40 anni fa, nella consapevolezza che il nostro impegno potrà contribuire, per la parte che ci compete, alla crescita del territorio e alla formazione di tanti giovani con i quali stiamo costruendo un futuro ricco di sfide da vincere, per superare le difficoltà di questo particolare momento di transizione e avviare una nuova fase di sviluppo nel rispetto della compatibilità ambientale e in vista di un maggiore equilibrio economico e sociale.
E a conclusione del quarantennale di "Tor Vergata" vogliamo sottoscrivere idealmente un solenne patto di solidarietà generazionale tra docenti e studenti che assicuri da una parte la massima disponibilità nel trasferimento di sapere e conoscenza e dall’altra il massimo impegno nella costruzione di un mondo nel quale scienza e cultura siano al servizio dei cittadini in una prospettiva di crescita e di benessere per tutti".
Emozione e determinazione è ciò che è emerso dal discorso della rappresentante degli studenti, la dottoressa Sara Papasidero. Le parole con cui ha descritto la sua università sono state: umana, inclusiva, a disposizione degli studenti.
“Con la pandemia sono mancati i momenti di condivisione, mentre nell'università il contatto umano è fondamentale, il rapporto umano è parte fondante del percorso universitario” ha detto Sara con commozione “È un luogo di aggregazione, perché la cultura va condivisa”.
Anche lei ha suggerito di vivere l’università a 360 gradi, cogliendo tutte le esperienze e opportunità. “Perché” ha concluso “il sapere dona il potere di migliorare il mondo in cui si vive”.
Un’immagine evocativa del contesto periferico e difficile in cui è sorta l’università di “Tor Vergata” è invece quello che arriva dall’intervento di Chiara Cilona, rappresentante del personale tecnico amministrativo e bibliotecario.
“Negli anni” racconta la dottoressa Cilona “lo sguardo è andato oltre l’ambito romano local, per proiettarsi nel panorama nazionale e internazionale, rispondendo alla sfida di contribuire alla crescita culturale, all’innovazione sostenibile e al progresso sociale”.
I concetti di rete e condivisione, al servizio dell’istituzione, tornano anche nelle sue parole.
E anche un accenno alla pandemia e ai cambiamenti che ha provocato.
“Lo smart working e le nuove dinamiche lavorative hanno fatto emergere le persone dietro ai processi, professionisti che non sono solo ingranaggi di una macchina burocratica, ma soggetti attivi e pensanti che vivono l'organizzazione e possono fare la differenza”.
Anche il personale tecnico amministrativo bibliotecario è parte integrante di un sistema che è chiamato ad agire e operare con spirito collaborativo, perché maggiore è il grado di collaborazione migliori saranno i risultati. “L'Ateneo è tenuto non solo a saper fare ma anche a far sapere” conclude, “attribuendo alla comunicazione istituzionale un ruolo strategico nella condivisione degli obiettivi e delle attività di maggiore significatività, attivando dinamiche di narrazione che mettano al centro le persone e rafforzino la relazione nella comunità di Tor Vergata”.
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L'inaugurazione ha visto anche il conferimento del Dottorato Honoris Causa in Ingegneria Elettronica al prof. Alberto Sangiovanni-Vincentelli, con tesi di dottorato dal titolo "Dalle schede perforate alla intelligenza artificiale: una prospettiva di vita vissuta". Il prof. Sangiovanni-Vincentelli è illustre accademico italiano e ha ricoperto importanti ruoli all’estero, è attualmente Edgar L. e Harold H. Buttner Chair al Dipartimento di Electrical Engineering e Computer Sciences presso l'Università della California, Berkeley. È stato Research Scientist all’IBM T.J. Watson Research Center e Visiting Professor al MIT. È autore di più di 1.000 articoli scientifici con h-index 124, di 19 libri sui sistemi integrati e sulle metodologie e strumenti di progettazione ed è membro della National Academy of Engineering e dell’Accademia delle Scienze di Torino. Ha ricevuto numerosi premi per la sua attività scientifica tra cui la James Clerk Maxwell Medal per “contributi fondamentali che hanno avuto un impatto eccezionale sullo sviluppo della elettronica e di campi affini” e il Kauffman Award per la visione pioneristica che ha portato alla creazione dell’Electronic Design Automation.
Il professore ha raccontato della sua pluriennale esperienza a Berkeley, le differenze sostanziali riscontrate e le ispirazioni che se ne possono trarre. La sua Lectio magistralis ha catturato il pubblico raccontando di come lo sviluppo dell’elettronica in 40 anni sia stato vertiginoso, portando come esempio le sue ricerche, partendo dalle schede perforate fino ad arrivare ai chip integrati.
Secondo il prof Sangiovanni-Vincentelli, la differenza sostanziale tra Italia e Stati Uniti è riscontrabile nella separazione, molto più netta fino a qualche anno fa, tra mondo accademico e industriale, una dicotomia che ha tenuto per anni molto lontane queste due realtà nel nostro Paese. “Lo scopo fondamentale dell’università” dice il professore “è la ricerca e l’insegnamento. La terza missione è una conseguenza”. Il consiglio che dà agli studenti è di non mollare, di resistere, anche se in alcune circostanze, durante la propria carriera universitaria, ci si sente inadeguati e fuori posto.
Il professor Sangiovanni-Vincentelli ha ricevuto il titolo Honoris Causa dalle mani del prof Longo, dopo la presentazione dal prof. Gian Carlo Cardarilli direttore del Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell'Università di Roma "Tor Vergata".
L'intero evento è stato reso accessibile alle persone sorde grazie al servizio offerto da CARIS in collaborazione con l'Accademia Europea Sordi- Scuola Interpreti e Performer LIS diretta da Laura Santarelli.