Studiosi da tutto il mondo si sono riuniti per celebrare l’eredità del poeta in occasione dell’evento globale “Shelley200”
Si è tenuto il 6 e 7 ottobre, presso Villa Falconieri a Frascati, il congresso internazionale “Transnational Shelley(s): Metamorphoses and Reconfigurations”, che ha riunito studiosi da tutto il mondo per celebrare il poeta Percy Bisshe Shelley in occasione del bicentenario della sua morte.
Il convegno è stato organizzato dalla professoressa Elisabetta Marino, del Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con il professor Paolo Bugliani dell’Università di Pisa. Tra i partener dell’iniziativa l’Università di Pisa, l’Accademia Vivarium Novum, la Keats-Shelley Memorial House e l’Associazione Italiana di Anglistica. Accademici dell’Università di Bologna, dell’Università “La Sapienza”, della University of Oxford, della West University of Timişoara in Romania, della University of Plovdiv in Bulgaria, del Kirkwood Community College, della University of Manchester e di tanti altri atenei italiani e internazionali si sono riuniti per discutere la ricchezza dell’eredità estetica e ideologica di P.B. Shelley.
L’evento si è aperto con i saluti iniziali del professor Filippo Bracci, Prorettore alla Didattica dell’Università di Roma “Tor Vergata”, della professoressa Lucia Ceci, Direttrice del Dipartimento di Storia, Patrimonio Culturale, Formazione e Società dell’Ateneo, e del professor Luigi Miraglia, fondatore e direttore dell’Accademia Vivarium Novum.
Durante la conferenza si sono celebrate le numerose vite postume di Shelley, esplorando i molti echi che la sua opera ha prodotto nella storia della letteratura moderna e contemporanea, per creare una mappatura dell’influenza del poeta su autori e movimenti letterari.
Dalle esaltazioni vittoriane di fine Ottocento all’apparente rifiuto modernista, da H. I. E. Dhlomo, uno dei padri fondatori della letteratura sudafricana, passando per Gandhi e il vegetarianesimo e fino a Gregory Corso e alla controcultura della Beat Generation, i vari interventi hanno ricostruito la lezione poetica e filosofica di Shelley, che si riflette nella produzione di autori in tutto il mondo.
Data la fruttuosa collaborazione degli Shelley, soprattutto negli anni “italiani”, anche il retaggio transnazionale di Mary Shelley è stato oggetto di indagine. Si è discusso delle riscritture del suo lavoro più conosciuto, “Frankenstein, o il moderno Prometeo”, nel teatro contemporaneo francese e nell’opera fumettistica di Benoît Becker, e dell’eredità della sua visione che rivive nelle foto di Diane Arbus, la fotografa dei “freak”.
Ad introdurre le varie sessioni, i discorsi di apertura della professoressa Nora Crook (Anglia Ruskin University), della professoressa Sharon Ruston (Lancaster University) e del professor Mark Sandy (Durham University).
In occasione della conferenza è stata inoltre presentata la nuova edizione dell’opera “Valperga” di Mary Shelley, edita da Mondadori e tradotta dalla professoressa Lilla Maria Crisafulli e dal professor Keir Elam dell’Università di Bologna.
Il convegno si colloca all’interno dell’evento internazionale rinominato “Shelley200”, organizzato in occasione del bicentenario della morte del poeta (avvenuta in Italia l’8 luglio 1822), e fa parte del ricco programma di iniziative, mostre e incontri organizzati in Italia e nel Regno Unito. A dare il via alla manifestazione il lancio ufficiale avvenuto il 6 febbraio 2020 presso l’Ambasciata italiana a Londra, cui hanno fatto seguito una serie di iniziative internazionali che hanno riunito studiosi e appassionati da tutto il mondo, come la video-storia immersiva “Shelley in Rome”, sul rapporto del poeta con la Città Eterna, o la Shelley Conference tenutasi a Londra lo scorso luglio.