Mentre negli Stati Uniti c’è la tendenza al “going flat”, cioè restare senza seno dopo l’intervento, i medici italiani consigliano la ricostruzione per evitare conseguenze sulla postura e la mobilità.
Un recente studio condotto dall'Università di Saskatchewan, Canada, ha concluso che, in caso di asportazione di uno o entrambe i seni, la chirurgia ricostruttiva dopo il trattamento del cancro è preferibile la ricostruzione mammaria e la fisioterapia, per scongiurare danni e dolori dovuti a una postura errata. Infatti molti studi provano che l’assenza delle mammelle ha ripercussioni importanti sulla schiena, sul rachide, sulla spalla.
Anche il professor Benedetto Longo, chirurgo plastico del Policlinico Tor Vergata di Roma, è dello stesso avviso e cita un suo studio, di prossima pubblicazione su Plastic and Reconstructive Surgery, sottolineando quanto "una procedura di ricostruzione totalmente autologa (con gran dorsale e grasso) sia risolutiva per la correzione delle problematiche conseguenti alla radioterapia nelle pazienti ricostruite con protesi”.
Questo perché la radioterapia ha conseguenze sulla capacità del corpo a tollerare le protesi mammarie, con una serie di conseguenze importanti, che possono provocare gravi lesioni. Per scongiurare complicazioni di questo tipo e migliorare nettamente la qualità della vita, è decisamente meglio utilizzare i propri tessuti.
Altra tappa fondamentale è la riabilitazione. Le figure professionali del fisiatra e fisioterapista sono ormai centrali nelle Breast Unit. “Chi non ricostruisce e non effettua una riabilitazione fisioterapica è più esposto a problematiche e a rischio di riduzione della funzione motoria" dichiara Longo.
Come ogni anno, Ottobre Rosa è il mese della prevenzione, promosso dalla Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. La prevenzione è fondamentale, riesce ad abbassare nettamente il tasso di mortalità di questa terribile malattia, considerando che il carcinoma della mammella è il primo tumore per incidenza nella donna. Il dottor Francesco Russo, Medico-Chirurgo, ricercatore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università di Roma “Tor Vergata”, intervistato dall’agenzia di stampa Dire, conferma: “Oggi è noto che il carcinoma della mammella è un insieme di differenti tipi di malattie anche molto diverse tra di loro poiché molti fattori biologici ne influenzano incidenza e prognosi: tra di essi i più importanti e frequenti sono sicuramente l' età, le dimensioni del tumore, la presenza o meno di metastasi nei linfonodi regionali, il numero di gravidanze, la familiarità o eredofamiliarità”. Tutti elementi su cui i comportamenti della persona possono influire. Condurre una vita sana e fare prevenzione sicuramente sono le armi migliori con cui si può combattere il tumore.
Il centro di Senologia del Policlinico Tor Vergata mette a disposizione tutte le figure necessarie per questo percorso: chirurghi senologi e chirurghi plastici, oncologi, psicologi, fisiatri, e altri ancora, proprio per poter offrire professionalità e conforto in un momento delicato e di grande impatto emotivo per una donna che si trova a dover combattere un tumore al seno.
Attraverso un questionario online si possono già fornire al centro alcune informazioni personali per ricostruire la propria familiarità con la malattia, valutare il rischio e prenotare eventualmente una prima visita (operazione che si può eseguire anche tramite ReCUP Regionale al numero 06.99.39; le visite di controllo invece si prenotano online o contattando il numero 0620903333, dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 14:00).
Rassegna stampa
https://abitarearoma.it/il-carcinoma-della-mammella-epidemiologia-diagnosi-e-prognosi/