Giorgio Parisi, ordinario di Fisica Teorica presso il nostro Ateneo negli anni 80, ha vinto il Nobel per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi
Un anno, il 2021, che pur funestato da un'emergenza sanitaria senza precedenti, non smette di regalare emozioni e soddisfazioni al nostro Paese, come se nel caos generale stesse intervenendo un ordine di qualche tipo, nel timido eppur efficace tentativo di bilanciare le grandi difficoltà e i gravissimi lutti subiti negli ultimi mesi, sia da un punto di vista fisico che sociale.
E' stato quindi con enorme gioia, orgoglio ed emozione che abbiamo appreso, nelle scorse ore, la vittoria del premio Nobel per la Fisica 2021, assegnato al prof. Giorgio Parisi con il giapponese Syukuro Manabe e il tedesco Klaus Hasselmann.
Parisi ha vinto il Nobel per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi, elemento di non facile spiegazione per i non addetti ai lavori. Durante le numerose interviste tenute nelle ultime ore, la metafora forse più comprensibile è stata quella utilizzata nel dialogo con il direttore del TG2, Gennaro Sangiuliano: “Partiamo dall'idea che rendere semplice qualcosa che si chiama “sistema complesso” non sia facilissimo – ha esordito Parisi – ma possiamo provare con un piccolo esempio: immaginiamo di dover riempire il bagagliaio di una macchina per prepararci ad una partenza. All'interno dovremo inserire scatole di viveri, bagagli di indumenti, acqua, giochi per bambini e magari un paio di scarponi da sci. Se il bagagliaio fosse cubico e cubici anche i contenitori, il gioco sarebbe presto fatto, ma sappiamo che così non è. Riempire perfettamente uno spazio asimmetrico con oggetti di varia forma è un cosiddetto “sistema complesso”: ecco, il nostro lavoro consiste nel cercare formule matematiche in grado di aiutarci in casi del genere.
Gli altri premiati, Manabe e Hasselman, hanno ricevuto il riconoscimento per un altro tipo di studio, che oggi rappresenta un punto della massima importanza: “per la modellizzazzione del clima terrestre, per aver quantificato e predetto in maniera attendibile il riscaldamento globale", che per definizione e’ uno dei sistemi piu’ complessi conosciuti in natura.
Parisi e’ stato ordinario di Fisica Teorica presso il Dipartimento di Fisica dell'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” negli anni ’80, e proprio in quel periodo ha compiuto alcuni degli studi fondamentali che oggi gli hanno valso il Nobel.
Rispondendo alle domande dei giornalisti sul legame fra sistemi complessi e clima, Parisi ha inoltre ricordato il lavoro fatto con Roberto Benzi, Alfonso Sutera e Angelo Vulpiani sulla risonanza stocastica per spiegare il fenomeno delle glaciazioni e interglaciazioni: e’ un esempio controintuitivo del comportamento di un sistema complesso come, appunto, il clima. Anche grazie al grande lavoro di Parisi, qui all’Universita’ di Roma “Tor Vergata” e’ cresciuto un solido gruppo di ricerca sui sistemi complessi, di cui fa parte lo stesso prof. Benzi, che ha lavorato e lavora su molte delle tematiche sviluppatesi nel periodo in cui Parisi era un giovane Professore Ordinario, spaziando dal comportamento dei sistemi vetrosi alla turbolenza. Questo importante e meritatissimo Premio al nostro amico, collega e luminare Giorgio Parisi e’ un riconoscimento anche per la lunga collaborazione che lega Giorgio alla nostra Università.
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A cura dell'Ufficio Stampa d'Ateneo