Valutazione della compatibilità ambientale del riutilizzo di prodotti ottenuti dal trattamento di ceneri pesanti da incenerimento rifiuti come materiale da costruzione
Lo scorso 31 marzo 2023 nella suggestiva cornice di Villa Mondragone a Monte Porzio Catone si è tenuto l’evento “Verso un nuovo inizio per l’End of Waste”, durante il quale è stato presentato il progetto di ricerca promosso da A2A Ambiente, che ha visto tra i partecipanti l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con il gruppo di Ingegneria Sanitaria Ambientale del DICII - nello specifico la professoressa Giulia Costa, i professori Francesco Lombardi e Iason Verginelli, oltre a borsisti e dottorandi del gruppo - in collaborazione con le società Labanalysis e Chemservice.
Lo scopo di questo progetto è delineare in modo chiaro e ben definito le modalità di valutazione seguite per conferire questo status ai prodotti del trattamento delle ceneri pesanti derivanti da termovalorizzazione di rifiuti non pericolosi. Sia a livello nazionale che internazionale c’è un gap normativo per quanto riguarda l’attribuzione della qualifica di “End of Waste”, cioè lo status di “prodotto”, a un rifiuto che non è più un rifiuto perché è stato recuperato attraverso un processo di lavorazione e quindi non deve essere più considerato uno scarto.
L’economia circolare pone le sue fondamenta anche e soprattutto su questi processi, che necessitano di basi scientifiche e metodologiche chiare e verificate. Durante l’incontro sono stati presentati questi sistemi di valutazione, supportati dallo studio di filiera (origine delle ceneri, trasformazione e impiego) e racconti di esperienze sul recupero di ceneri pesanti, aprendo a discussioni e confronti, soprattutto su come effettuare la verifica della compatibilità ambientale dei prodotti ottenuti dal loro trattamento.
La valutazione ambientale è un passaggio fondamentale: per questo vengono impiegati dei test specifici, soprattutto lì dove a un primo esame sono emerse delle criticità, per cui vengono eseguiti test di approfondimento in funzione di diversi scenari di utilizzo dei materiali considerati.
Un test chiave è quello relativo al comportamento a lisciviazione dei prodotti che consiste nel porre il materiale a contatto con un liquido per un certo tempo e poi analizzare la soluzione risultante per determinare la concentrazione di potenziali inquinanti. Nell’ambito di questo studio sono stati eseguiti diversi tipi di test di lisciviazione, come riportato dall’interpretazione della prof Costa: «I test di lisciviazione sono stati effettuati nel laboratorio di Ingegneria Sanitaria Ambientale del DICII. L’interpretazione dei risultati ottenuti riguarda il potenziale rischio per l’ambiente e la salute umana che potrebbe derivare dal’utilizzo di questi materiali come aggregati per la realizzazione di sottofondi stradali.» (A questo proposito è possibile leggere l’interessante INTERVISTA IN LABORATORIO. Ceneri pesanti: da rifiuto a risorsa – prof. Giulia Costa, ricercatore Iason Verginelli Ingegneria Sanitaria Ambientale, Dipartimento di Ingegneria Civile e Ingegneria Informatica (DICII).
Gli esiti saranno presto oggetto di pubblicazione su rivista scientifica, ma in linea generale alcuni riscontri dall’impiego di questi materiali come sottofondi stradali risulta compatibile da un punto di vista ambientale e questo apre nuovi scenari a livello di ricircolo e sostenibilità. Anche perché i potenziali utilizzi sono molteplici: da aggregati o sostituti della sabbia in miscele di calcestruzzo o asfalto a materia prima nella produzione di cemento o ceramica.