Il Presidente della Regione Lazio ha visitato i laboratori di Biochimica Clinica, Genetica e Virologia del Policlinico di "Tor Vergata"
Il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Vice Presidente, Daniele Leodori e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Ricerca, Start-up e Innovazione, Paolo Orneli, hanno visitato i laboratori di Biochimica Clinica, Genetica e Virologia del Policlinico di Tor Vergata – diretti dai professori Sergio Bernardini, Giuseppe Novelli e Sandro Grelli – presso i quali si sta portando avanti la ricerca per l’individuazione di farmaci a base di anticorpi monoclonali contro il Covid-19. Presente all’evento il Rettore dell’Università di Tor Vergata, Orazio Schillaci.
L'equipe del professor Novelli, in particolare, studia da mesi gli anticorpi monoclonali, prodotti biologici in grado di impedire al virus di entrare nelle cellule ospiti e di impedirne la replicazione. La ricerca, inoltre, è stata di recente inserita tra le 10 scoperte scientifiche più importanti del 2020 secondo Nature. Il lavoro è firmato dal team internazionale del Consorzio internazionale di genetica Covidhge, a cui partecipa il Laboratorio di Genetica Medica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, in collaborazione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, e il San Raffaele di Milano.
“Si tratta di due lavori pubblicati da Science che, per la prima volta, hanno dimostrato che la genetica dell’ospite ha un legame con la gravità di Covid-19 – spiega Novelli – Alcuni di noi, il 10-12% circa, hanno un difetto genetico nella produzione dell’interferone, la prima linea di difesa contro i virus. Questo ha permesso di capire perché queste persone, se infettate da Covid-19, hanno la forma grave e sono a rischio di morte. È un contributo importante perché per la prima volta abbiamo definito quali sono i geni di suscettibilità grave alla malattia. È vero che in seguito ne abbiamo scoperti altri ma il problema è quanto pesano quelli che producono l’interferone: pesano molto. E quindi sarebbe opportuno studiarli bene, perché questo potrebbe aprire la strada anche a nuove terapie“. Secondo le ultime ricerche, i farmaci di questo tipo, se somministrati all’insorgere dei primi sintomi dell’infezione sono in grado di guarire le persone che hanno contratto il virus, evitando complicazioni e ricovero.
Il ricorso ai farmaci a base di anticorpi monoclonali è stato già autorizzato negli Stati Uniti, è attualmente all’esame dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) e nei giorni scorsi, sulla base delle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco e del parere del Consiglio Superiore di Sanità, il Ministero della Salute ne ha autorizzato la distribuzione temporanea anche in Italia.
La Regione Lazio ha scelto di puntare sulla nuova tecnica messa a punto a “Tor Vergata”, che utilizza anticorpi sintetici, potenzialmente in grado di adattarsi alle mutazioni del virus; già nell’ottobre scorso è stato firmato un protocollo d'intesa Regione - Università di Tor Vergata per sostenere con 2 milioni di euro "la ricerca e la sperimentazione per la messa a punto di un farmaco in grado di curare i malati di Covid-19 nel più breve tempo possibile".
Una scelta che si è affiancata a quella di contribuire alla ricerca sul vaccino, stanziando 5 milioni di euro nel quadro di un altro Protocollo d'intesa, di cui la Regione Lazio si è fatta promotrice, sottoscritto fra Regione Lazio, Ministero dell’Università e della Ricerca (Mur), Ministero della Salute, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e l’IRCSS “Inmi Lazzaro Spallanzani”.
“Da subito, a partire dal mese di marzo dello scorso anno, la Regione Lazio, prima in Italia, ha deciso di fare la sua parte nella lotta contro il Covid19, direttamente nel campo della ricerca - ha dichiarato il presidente Zingaretti - Abbiamo infatti avuto sin da subito ben chiara – ha aggiunto – la necessità di contribuire direttamente a supportare il lavoro dei nostri centri di eccellenza per contrastare il virus. La lotta infatti andava e va perseguita, non solo negli ospedali, ma anche, con non minore sforzo, con l'identificazione di cure e di terapie innovative affidando alla ricerca un ruolo decisivo. E il lavoro rilevantissimo che viene portato avanti anche con il nostro supporto nei laboratori di "Tor Vergata" costituisce uno degli elementi centrali di questa sfida”, ha concluso.
“Sin dall’inizio della pandemia – ha aggiunto l’assessore Orneli – abbiamo messo in campo misure che contrastassero l'impatto che questa stava producendo sul nostro sistema sociale ed economico, ma non abbiamo perso di vista il ruolo cruciale che, a monte, la ricerca può svolgere in una situazione come questa, ossia essere la chiave per trovare la soluzione.”
“Conseguenza di questa consapevolezza – ha aggiunto – sono la nostra azione a sostegno del lavoro per lo sviluppo del vaccino, i nostri bandi mirati a far nascere progetti in grado di trovare soluzioni innovative per i problemi nuovi evidenziati dalla pandemia e il nostro supporto diretto al lavoro fatto a Tor Vergata, realtà di punta del nostro panorama universitario, per trovare una cura contro il virus. Cura che costituirà il vero punto di svolta della nostra lotta”.
A cura dell'Ufficio Stampa d'Ateneo