Si è tenuta il 28 novembre 2017 la terza edizione del convegno “ZeroIndifferenza. Valorizzare le differenze per abbattere l’indifferenza: sport, arte e cultura per l’inclusione”, organizzato dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” con il Comitato per la Responsabilità Sociale di Ateneo e la Commissione CARIS per l’inclusione degli studenti con disabilità e DSA in collaborazione con l’associazione “Vivere da sportivi. A scuola di Fair Play”, no profit nata con l'obiettivo di promuovere rispetto e lealtà nella vita e nello sport.
L'incontro è stato organizzato con l’intento di sensibilizzare la comunità accademica e l’opinione pubblica in generale sull’importanza dello sport, dell’arte e della cultura quali strumenti fondamentali di integrazione sociale, di valorizzazione delle differenze e di interazione con le persone con disabilità, al fine di promuovere la cultura della parità e dei valori di non discriminazione (di genere, etnia e nazionalità, religione e convinzioni personali, disabilità, età, orientamento sessuale).
Durante la giornata è stata evidenziata la posizione pionieristica dell’Ateneo di “Tor Vergata” e dell’università italiana in generale, in merito alle questioni che riguardano l’inclusione e la valorizzazione della diversità in ogni sua declinazione. “Stiamo facendo scuola – ha infatti dichiarato il prof. Giuseppe Novelli, rettore di “Tor Vergata” – il nostro corso di laurea per detenuti, avviato in collaborazione con la Casa Circondariale di Rebibbia, ha riscosso un successo incredibile, dando il via ad una vera e propria piccola rivoluzione. Il corso di perfezionamento di Teatro Integrato dell’Emozione è un format al quale si stanno interessando atenei di tutto il mondo. Siamo stati i primi a creare una simile realtà e, sebbene tali attività attirino l’interessa della stampa internazionale, restano sempre e comunque troppo taciute in Italia”. “Quando ci troviamo davanti alla diversità, giudicare è molto più facile che ragionare – ha concluso Novelli – perché la fatica “nervosa” è minore, dato che nelle operazioni di giudizio sono coinvolti molti meno neuroni di quanti ne siano coinvolti nelle operazioni di ragionamento. E’ una tendenza che va radicalmente invertita”.
A fare eco alle parole di Novelli, quelle del prof. Cosimo Tudisco, delegato del Rettore per la Responsabilità Sociale di Ateneo: “L’Italia è un Paese sensibile a questi temi, il successo del progetto di Teatro Integrato di Dario D’Ambrosi ne è la dimostrazione. Oltre ad aver ricevuto validazione accademica dai professori Siracusano e Niolu, il nostro Corso è stato insignito pochi giorni fa del Premio Kennedy ed è mia grande soddisfazione poter annunciare anche l’avvio di un Master Sperimentale in Teatro Integrato dell’Emozione, che partirà tra marzo e aprile”.
Dopo l’intervento del prof. Tudisco, quello del prof. Pier Gianni Medaglia, delegato del Rettore per l’inclusione degli studenti con disabilità e DSA, che ha proposto un compendio delle attività svolte dall’Ateneo tramite la Commissione Caris, che si occupa di accoglienza e sostegno alla didattica, oltre che di supporto a tutte le attività collaterali. “Al momento assistiamo circa 450 studenti disabili, di cui 180 con disturbi dell’apprendimento (DSA, ndr), che seguiamo dal momento dell’iscrizione in Ateneo, con servizi di assistenza tecnologica, tutoring, LIS e ogni altro supporto necessario, fino al placement. A conferma di tale impegno, il Diversity Day che l’Università ha organizzato lo scorso 22 novembre e che ha consentito a più di 400 studenti con disabilità di incontrare decine di aziende con posizioni specifiche per le loro competenze e capacità”. “Siamo in continua crescita – ha concluso Medaglia – anche da un punto di vista sportivo, grazie all’aiuto di tante Federazioni sportive che hanno deciso di dare il loro contributo a titolo assolutamente gratuito. Oltre ai recenti ingressi di vela e canottaggio, notizia recente è la creazione di una squadra di nuoto sincronizzato. Tutto questo, assieme al lavoro di tanto volontari, ci deve ricordare che i nostri ragazzi sono persone da ascoltare, non pratiche da sbrigare”.
Concluso l’ìntervento del prof. Medaglia, la parola è passata a David Sassoli, Vice Presidente del Parlamento europeo. “Sono quasi incredulo – ha esordito Sassoli – dato che per anni ho fatto parte di un mondo, quello dell’informazione, che accantona sistematicamente questo tipo di notizie. Io non sapevo, non avevo idea di quante fossero, e quanto fossero importanti, le iniziative in questo senso. E’ esattamente questo, il ruolo che dovrebbe avere l’università. Si parla solo di fughe di cervelli, nessuno difende gli atenei e il loro ruolo. Si tratta anche di un problema di autostima, che dobbiamo superare. Credo che il motivo sia da ricercare nel fatto che il confronto parta da presupposti sbagliati. Qui si taglia la ricerca, si tagliano i fondi per l’immigrazione, si vuole tagliare sull’Erasmus e tutto questo significa solo essere un po’ più poveri e marginalizzare il ruolo delle università. Non parlandone non si crea l’umore nell’opinione pubblica e il mondo della comunicazione non aiuta. Il sistema italiano deve mostrare le sue buone pratiche”.
Dopo Sassoli, Bruno Molea, presidente AICS e Vice Presidente della VII Commissione Cultura scienza e istruzione della Camera dei Deputati: “Mi sento a casa – ha detto Molea – dato che un attivismo tanto efficace e variegato non è presente in altri Atenei. Con l’AICS, grazie a tanti volontari, stiamo portando avanti il progetto di assistenza solidale, per favorire integrazione, tolleranza e coesione sociale. Possiamo farlo con lo sport, con l’accoglienza, ma soprattutto con la creazione di una rete, sostenuta da fatti concreti e supportata dalle istituzioni, ciascuno per le proprie competenze. Soprattutto, dobbiamo educare la popolazione a “ricevere” le diversità e questa è una questione di primaria importanza”.
Il prof. Tudisco ha successivamente dato lettura di un messaggio inviato da Silvia Costa, Componente della Commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento europeo, nel quale è stato sottolineato come sia evidente “la molteplicità dei “diversamente”, sotto tutti i punti di vista, che ci deve spingere ad andare oltre i nostri orizzonti. Diversità non può voler dire discriminazione, è questo il cuore della sfida. C’è bisogno di una rete di cooperazione e di strumenti di comprensione, che ci aiutino a sviluppare i necessari anticorpi contro l’indifferenza”.
Da ultimo, il toccante intervento di Laura Coccia, Componente della VII Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei Deputati: “Le persone devono abituarsi a “vederci” in mezzo a loro, perché siamo parte di questa società. Creare muri non aiuta nessuno, perché siamo tutti diversi e l’università deve insegnare il valore della diversità. L’Ateneo di “Tor Vergata” è un apripista, in questo senso. Quando sono arrivata qui, nel 2005, eravamo davvero pochissimi e io ero l’unica a frequentare i corsi. Andando in Erasmus, e avendo la fortuna di poter viaggiare, mi sono resa conto di quanto l’intera Europa, che non è una matrigna cattiva ma un’amica da scoprire, fosse in realtà arretrata in questo senso. All’Università di Lipsia non era neanche presente uno sportello disabili. Questi Paesi hanno imparato da noi, dal governo italiano ed è questa la strada da continuare a seguire. Includere è molto più difficile che mettere da parte, ma noi siamo qui e non abbiamo timore di portare avanti l’impegno per i giusti diritti di tutti”.
Per l’elenco completo dei partecipanti all’evento e delle testimonianze è consultabile il file allegato