Il gruppo finanziato da AIRC e diretto dal prof. Francesco Cecconi, Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con IRCCS Fondazione Santa Lucia e il Centro Ricerche della Società Danese per la Ricerca sul Cancro, ha evidenziato il ruolo regolatorio della proteina Ambra1 nel processo di proliferazione delle cellule tumorali. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology, pone l'attenzione sulla prudenza che va adottata nell'utilizzo di trattamenti chemioterapici che abbiano come "bersaglio" l'autofagia, visto il legame messo in evidenza dalla proteina Ambra1, tra quest’ultima e la duplicazione cellullare.
In condizioni di stress o in mancanza di nutrienti, le cellule dei nostri tessuti si vedono costrette ad ottimizzare l'uso delle proprie risorse energetiche per poter sopravvivere. Di conseguenza, le attività più dispendiose dal punto di vista energetico vengono sospese. Ad esempio, la duplicazione cellulare, è tra i primi processi ad essere arrestati. Oltre a risparmiare energia, durante questo periodo la cellula cerca anche di recuperare nutrienti preziosi riciclando molte delle sue stesse componenti, attraverso un processo conosciuto come autofagìa (una forma di autodigestione). In questo contesto, un'unica proteina, mTOR, agisce da regolatore sia della proliferazione che dell'autofagia, benché questi suoi due ruoli siano stati sinora considerati indipendenti fra loro.
Il gruppo finanziato da AIRC e diretto dal prof. Francesco Cecconi, Dipartimento di Biologia dell’Università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con IRCCS Fondazione Santa Lucia e il Centro Ricerche della Società Danese per la Ricerca sul Cancro, ha scoperto che una proteina, denominata Ambra1, è regolata da mTOR sia al fine di modulare l’autofagia che anche per limitare la capacità della cellula di dividersi.
In uno studio pubblicato sulla rivista Nature Cell Biology una giovane ricercatrice dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, che fa parte del team di Cecconi, Valentina Cianfanelli, ha dimostrato come Ambra1, sotto il controllo di mTOR, "tenga a bada" i livelli di c-myc, un noto oncogene e regolatore della duplicazione e moltiplicazione cellulare (nel complesso, un fenomeno noto come proliferazione). Eccessivi livelli di c-myc all'interno della cellula sono responsabili di uno "scriteriato" aumento della proliferazione, evento quest’ultimo alla base di molti tumori. A supporto della rilevanza di Ambra1 e del meccanismo descritto nel processo di oncogenesi, animali da laboratorio affetti da una parziale disfunzione di Ambra1 sviluppano tumori spontanei. La dott.ssa Cianfanelli, in collaborazione con il prestigioso Centro Ricerche della Società Danese per la Ricerca sul Cancro (Danish Cancer Society) di Copenhagen, Danimarca, ha caratterizzato in maniera fine, dal punto di vista molecolare, il ruolo di Ambra1 nella regolazione di c-myc, aprendo le porte a studi futuri dedicati ad identificare molecole utili a modulare questo fenomeno in modo specifico.
Questo studio pone anche l'attenzione sulla prudenza che va necessariamente adottata nell'utilizzo di trattamenti chemioterapici che abbiano come "bersaglio" l'autofagia. In altre parole, visto il legame messo in evidenza dalla proteina Ambra1 tra l’autofagia messa in atto dalla cellula e la duplicazione cellullare, ogni strategia che si proponga di inibire i tumori colpendo le cellule neoplastiche al cuore del loro centro di regolazione energetica e metabolica non può non tener conto della possibilità che questa inibizione stimoli la duplicazione di alcune cellule tumorali.
Roma, 2 dicembre 2014
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