LIDAL, Light Ion Detector for ALTEA, uno dei sei esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), era l’ultimo a non essere stato ancora avviato: lo ha “acceso” alcuni giorni fa l’astronauta Luca Parmitano, partito lo scorso luglio con la missione Beyond dell’Agenzia Spaziale Europea.
LIDAL è un rilevatore di particelle interamente progettato nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “Tor Vergata” dal gruppo di ricerca guidato dal prof. Livio Narici, in collaborazione con la Kayser Italia di Livorno, al fine di misurare la componente carica della radiazione all’interno della Stazione Spaziale Internazionale. Portato in orbita dalla navetta cargo Cygnus NG-12 (lo scorso novembre), LIDAL è stato costruito a partire dal payload ASI ALTEA, che ha operato sulla Stazione Spaziale Internazionale tra il 2006 e il 2012, ampliandone e migliorandone le caratteristiche tecniche. All’installazione del payload hanno lavorato, tra gli altri, Telespazio e l’Agenzia Spaziale Italiana.
LIDAL resterà a bordo della ISS per almeno 18 mesi e fornirà i dati relativi all’energia cinetica delle particelle e a tutti quei parametri fisici necessari per una migliore conoscenza dell'ambiente radioattivo cui sono sottoposti gli astronauti e una completa valutazione del rischio dovuto alle radiazioni sugli astronauti.
Dei sei esperimenti, oltre a LIDAL, altri due sono stati sviluppati dal Dipartimento di Fisica dell’Università Roma “Tor Vergata” – Sezione INFN “Tor Vergata” e sono l’esperimento AUDIO, Acoustic Diagnostics, lanciato il 17 aprile 2019, e l’esperimento MiniEUSO, lanciato lo scorso 22 agosto.
AUDIO, a seguito dei disturbi uditivi riportati dagli astronauti sulla ISS dopo alcuni mesi di permanenza nelle condizioni di microgravità, valuta gli eventuali danni all’apparato uditivo confrontando i test audiologici effettuati sugli astronauti prima e dopo la missione, ed effettuando altri durante la loro permanenza in orbita. L’equipe del Dipartimento di Fisica di “Tor Vergata” guidata dal prof. Arturo Moleti ha sviluppato, in collaborazione i laboratori INAIL di Monte Porzio Catone, il Campus Biomedico e la Altec SpA di Torino, la strumentazione necessaria ad una tecnica innovativa per la misura dei prodotti di distorsione otoacustici (DPOAE), in grado di fornire una valutazione della funzione uditiva in un ambiente rumoroso, in modo veloce, non invasivo, e senza la partecipazione attiva degli astronauti.
MiniEUSO è un telescopio compatto con un ampio campo visivo, che utilizza un’ottica basata su lenti di fresnel ed è progettato per eseguire osservazioni sull'emissione di raggi UV di origine cosmica, atmosferica e terrestre. Posizionato di fronte alla finestra del modulo russo Zvezda della Stazione Spaziale Internazionale, raccoglierà la luce allo scopo, tra le altre cose, di studiare i fenomeni atmosferici, gli eventi luminosi transitori e rilevare cascate di raggi cosmici. L’intero apparato del MiniEUSO è stato sviluppato nel Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “Tor Vergata” e nella sezione INFN di Roma “Tor Vergata”, sotto la guida del prof. Marco Casolino.
L’Ateneo di “Tor Vergata” collabora anche all’esperimento di AMS – 02 (Alpha Magnetic Spectrometer), tracciatore di particelle cosmiche, portato in orbita nel 2001 con la missione STS-134 e progettato per operare come modulo esterno alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Pochi giorni fa, grazie all’accensione di UTTPS (Upgraded Tracker Thermal Pump System), un nuovo sistema di raffreddamento, il cacciatore di antimateria AMS-02 (Alpha Magnetic Spectrometer) ha ripreso l'acquisizione dei dati e potrà continuare a studiare i raggi cosmici almeno fino al 2028, fino a quando la ISS resterà in funzione. L'Alpha Magnetic Spectrometer è un laboratorio orbitante per la fisica delle particelle il cui scopo è studiare con precisione la composizione e l’abbondanza dei raggi cosmici nello spazio in cerca di tracce di antimateria primordiale e materia oscura.
Il nuovo sistema di raffreddamento è stato installato dagli astronauti Luca Parmitano dell’ESA e Andrew Morgan della NASA, usciti dalla base orbitante. Per l’astronauta italiano si tratta della sesta missione extraveicolare in carriera, la quarta durante la missione Beyond. L’esperimento di AMS-02, che permetterà, inoltre, di studiare l’influenza dell’attività solare sull’ambiente di radiazione attorno alla Terra fornendo per la prima volta informazioni sul comportamento delle differenti componenti della radiazione a energie non monitorate da altri strumenti in orbita, è frutto di una collaborazione internazionale, composta da 56 istituti e 16 paesi. L'Italia ha dato un contributo fondamentale alla realizzazione dello strumento, sviluppando cinque dei sei rivelatori che lo compongono, partecipando al controllo delle operazioni in orbita e al sofisticato lavoro dell'analisi scientifica dei dati. La collaborazione italiana vede la partecipazione dei ricercatori dell’Università e dell’INFN di Roma “Tor Vergata”, di Bologna, Milano Bicocca, Perugia, Roma Sapienza, Pisa, Trento. La missione è stata realizzata congiuntamente da ASI e INFN, sia nella fase di sviluppo della strumentazione (2000-2011) che nell'attuale fase di operazione in orbita e di analisi dei dati scientifici.
A cura dell’Ufficio Stampa di Ateneo
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