Comunicato Stampa
Vecchie batterie addio: in un futuro tecnologico non molto lontano nei nostri Pc e cellulari potremmo trovare celle a combustibile miniaturizzate ricaricabili a metano. I materiali ottenuti seguendo il processo innovativo della fotodeposizione laser forniscono energia a basso impatto ambientale e offrono rendimenti elevati. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Università Roma Tor Vergata e pubblicato dalla rivista americana Nature Materials. I materiali ottenuti dalla sinergia di fisici della materia con chimici dei materiali hanno mostrato proprietà applicative migliori rispetto a quelle ottenibili nei materiali convenzionali. La ricerca ha consentito di sviluppare celle a combustibile miniaturizzate basate su ossidi protonici operanti a temperature più basse aprendo così nuove prospettive nel campo delle applicazioni di dispositivi portatili come, ad esempio computer e telefoni cellulari.
Un approccio di tipo multidisciplinare ai sistemi complessi rappresenta sempre di più la giusta chiave per lo sviluppo di nuovi materiali e nuovi processi con funzionalità adatte ad applicazioni innovative nel campo della produzione di energia a basso impatto ambientale. In particolare, i ricercatori di Roma "Tor Vergata" hanno focalizzato le loro ricerche sulla famiglia degli ossidi conduttori protonici. Tali materiali attirano attualmente un interesse crescente come materiali per applicazioni nel campo delle celle a combustibile per la produzione d'energia. D'altra parte, la riduzione della temperatura operativa delle celle a combustibile (attualmente attorno ai 1000°C) fino a valori compresi tra 500°C e 750°C è strettamente necessaria affinché esse possano trovare applicazione diffusa anche nel campo dei dispositivi portatili. I materiali ottenuti dai ricercatori dell'Università Roma "Tor Vergata" hanno mostrato proprietà applicative migliori, di circa due ordini di grandezza, rispetto a quelle ottenibili nei materiali convenzionali. Tale miglioramento potrà consentire di sviluppare celle a combustibile miniaturizzate basate su ossidi protonici operanti a temperature più basse aprendo, quindi, nuove prospettive nel campo delle applicazione di tali dispositivi come generatori portatili di energia. "I risultati ottenuti" - dichiara Giuseppe Balestrino, professore di Struttura della materia a "Tor Vergata" - sono il frutto della sinergia tra due approcci complementari: da una parte quello dei fisici della materia, dall'altro quello dei chimici dei materiali. Il primo approccio privilegia la comprensione profonda dei meccanismi fisici alla base del funzionamento del dispositivo, il secondo indirizza una attenzione particolare all'ottimizzazione degli aspetti funzionali del dispositivo stesso". "La ricerca" - sottolinea Silvia Licoccia, professoressa di Chimica a "Tor Vergata" - va in larga misura ascritta a merito dei ricercatori di "Tor Vergata" (Alessandra D'Epifanio, Elisabetta Di Bartolomeo e Antonello Tebano) i quali, pur in un quadro nazionale che,soprattutto per i più giovani è oggettivamente molto difficile, hanno mostrato grande capacità e spirito di abnegazione. In un futuro prossimo sarà necessario - continua la prof. ssa Licoccia - che il sistema ricerca offra ai nostri giovani prospettive certe onde evitare che essi siano costretti a lasciare il paese per poter continuare la loro attività scientifica in modo competitivo".
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