efficienza, cogenerazione, biomassa: certezze a breve per gli investitori; nucleare, carbone e rinnovabili: le sfide per il futuro.
Occorreranno alcuni anni perché i consumi di energia ritornino ai livelli ante "crisi" ma nel frattempo è necessario un confronto che sui temi dell'energia coinvolga tutti. Alla luce del IV Congresso nazionale dell'Associazione Italiana Gestione dell'Energia, sul tema "Gli obiettivi raggiungibili di una strategia energetica per l'Italia" - organizzato dall'Università "Tor Vergata" sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica e svoltosi il 26 e 27 maggio 2010 presso il Centro Congressi di Villa Mondragone, a Monte Porzio Catone (Roma) - è emerso che «La caduta dei consumi di energia, anche superiore a quella del PIL, denuncia la maggiore criticità del comparto manifatturiero rispetto ai settori di attività dematerializzati», ha dichiarato il prof. Angelo Spena, presidente del comitato organizzatore del Congresso e docente presso la facoltà di Ingegneria di "Tor Vergata", «Gli investitori hanno bisogno di certezze, poiché non solo il nucleare ma anche la green economy sono ad alta intensità di capitale, piuttosto che di lavoro. Solo un dibattito trasparente e democratico - che affronti senza reticenze tutti i problemi sul tappeto, prima e non dopo le decisioni - può metterli al riparo dai rischi di paralizzanti contrapposizioni e di pregiudizi ideologici, e far così passare dalle parole ai fatti quelli che saranno veramente convinti».
Dalle memorie scientifiche e dalle relazioni di autorevoli esperti sugli scenari di riferimento, sulle criticità regolatorie, sulle opportunità industriali, è scaturito un ampio e articolato dibattito che ha messo a fuoco alcuni problemi aperti di grande attualità.
E' emersa infatti l'esigenza, anche inquadrando ed estendendo la discussione al piano europeo, di superare le correnti asimmetrie e distorsioni nella comunicazione, in particolare per porre la questione nucleare non in termini semplicistici di centrali, quante e dove, quanto piuttosto in termini di sistema e di infrastrutture, in particolare per la sicurezza e il controllo del territorio; o per sbloccare le rinnovabili selezionando quelle già mature per rendere virtuoso il circolo innestato dagli incentivi alle installazioni e ormai prossime a farcela con le proprie gambe, da quelle ancora bisognose di incentivi alla ricerca.
È stata anche da più parti sottolineata l'esigenza di una più convinta e mirata azione, in termini sia regolatori che di finanziamento, in favore della efficienza energetica e della cogenerazione, entrambe suscettibili di ottimi risultati già nel breve termine. Sul medio -lungo termine il carbone rimane la più valida opzione, ma a condizione di investire in ricerca e sviluppo delle tecnologie pulite. Al riguardo le tecnologie Carbon Capture & Storage (CCS), applicabili a tutti i combustibili, costituisco soluzioni-ponte e andrebbero opportunamente sincronizzate.
Quanto alla strategica questione sollevata da un recente studio IEFE-Bocconi circa gli investimenti necessari per la costituzione di una massa critica nazionale di industria verde per la implementazione del pacchetto clima-energia 20%-20%, è stato individuato nella biomassa, nell'idroelettrico e nell'eolico off-shore il volano virtuoso capace di superare le difficoltà poste dalle altre filiere di rinnovabili al raggiungimento delle soglie minime di producibilità energetica necessarie per costituire valide e non effimere prospettive occupazionali.
«Possiamo trasformare i gravi problemi contingenti in opportunità durature», afferma il prof. Spena, «Scenari che richiedono un'attenzione del tutto nuova ai problemi delle infrastrutture critiche, comportano risposte tecnologiche, imprenditoriali e organizzative consapevoli di una accresciuta sensibilità in termini di sicurezza, tracciabilità, capacità gestionali. Occorre lanciare sfide trovando la giusta misura, sfide e non azzardi: sul piano economico-sociale, evitando la spirale incentivi/cassa integrazione con talune improbabili filiere verdi; ma anche sul piano ambientale, salvaguardando il territorio da impatti - per intensità o per estensione - non sostenibili».
L'Università Roma "Tor Vergata" ha ideato, e coordina, un grande progetto europeo sulla efficienza energetica nel terziario, e ne sta proponendo un altro sulla formazione per la green economy che coinvolga la mobilità Erasmus.
«Molti non lo sanno, ma l'Italia è da sempre leader dei bassi consumi pro-capite a parità di PIL», conclude Spena, «e deve poter trasmettere, condividere con i partner europei, e migliorare, questa vocazione. I margini di progresso sono ancora notevoli. Basta esserne consapevoli, e fare sistema. Questa è la prima sfida. E può valere da paradigma, anche etico, per tutte le altre».
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