L'umanità, intesa come confronto e relazione, spesso è considerata agli opposti rispetto a un tema come l'economia. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica al dipartimento di Economia e Finanza di Roma Tor Vergata, è il direttore del Festival dell'Economia civile (FNEC) e co-fondatore di NeXt Economia (tra gli organizzatori dell'evento). Un confronto che si tiene dal 2-5 ottobre 2025 a Firenze in più sedi, come esposto nel programma, che quest'anno vuole sfatare il mito di un'economia lontana dai sentimenti, quali la felicità, ed esplorare come l'intelligenza relazionale sia la chiave per navigare le sfide contemporanee, dalla prevenzione dei conflitti globali alla costruzione di una prosperità sociale ed economica duratura. Attraverso la cooperazione e la capacità di creare relazioni significative, si ritiene possibile trasformare le sfide in opportunità. Il tema itinerante del confronto infatti è “Democrazia Partecipata. La sfida delle intelligenze relazionali”.
All'apertura del Festival, previsto l'incontro dedicato a “L'università come luogo per ri-apprendere e irrobustire la democrazia”, interviene Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell'Università di Roma Tor Vergata, nel confronto con Alessandra Petrucci (rettrice dell'Università di Firenze), Elena Beccalli (rettrice dell'Università Cattolica di Milano), Matteo Lorito (rettore dell'Università Federico II di Napoli).
“Nulla di semplice - sottolinea Becchetti su Il Sole24Ore alla vigilia del Festival - perché le relazioni possono ferire e degenerare e invidia e mancanza di riconoscenza bloccano di solito il loro sviluppo. La fatica e l'intelligenza delle relazioni sta nel saper costruire condizioni di mutuo beneficio che rendono più facile la creazione e la prosecuzione di buoni rapporti interpersonali. Al festival proviamo a declinare tutto questo dentro le tante crisi che ci attraversano. Quando parliamo di produttività delle nostre imprese, del problema della stagnazione dei salari reali e del declino della classe media la via di una più profonda e strutturata partecipazione dei lavoratori ai guadagni di produttività è una delle opportunità principali che abbiamo per invertire la tendenza. I dati empirici dimostrano – conclude - che l'intelligenza relazionale ‘interna' (con i lavoratori) ed ‘esterna' (tra imprese) genera significativi aumenti di fatturato, export e addetti e che l'intelligenza tra imprese ha creato nella storia cooperative e consorzi che hanno fatto la fortuna del Paese”.
a cura dell'Ufficio Stampa di Ateneo