Il progetto ASTERIA (Adattabilità di cianobatteri di ambienti eSTrEmi alla Radiazione ultravIoletta stellAre), coordinato dalla professoressa Daniela Billi del dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tor Vergata, esperta di astrobiologia e biologia molecolare dei cianobatteri, ha come obiettivo quello di investigare il ruolo della radiazione ultravioletta nell’abitabilità superficiale della Terra e di Marte nelle prime fasi della loro storia e in quella di pianeti attorno ad altre stelle. È un progetto coordinato dal nostro ateneo, finanziato dall’ASI - Agenzia Spaziale Italiana, e rientra nel filone di ricerca sui cianobatteri estremofili che ha visto anche, sempre con la guida della prof Billi, gli stessi batteri a bordo della Stazione Spaziale Europea (ISS) per studiarne la resistenza alle condizioni di vita più estreme.
In particolare, i cianobatteri isolati da ambienti desertici, considerati gli analoghi terrestri di Marte, sono dei microorganismi estremamente resistenti al disseccamento e alle radiazioni e per questo utilizzati come sistema modello in esperimenti a bordo di piattaforme spaziali per esplorare i limiti della vita come noi la conosciamo.
“L’approccio sperimentale si basa su un’azione sinergica tra modelli teorici e simulazioni di laboratorio che verranno condotte nelle nostre strutture utilizzando cianobatteri che producono clorofilla f ” spiega la professoressa. “Questo tipo di clorofilla è esclusiva di pochi cianobatteri e consente loro di adattarsi ad ambienti con scarsa illuminazione, arricchita nell’infrarosso, quali le rocce nei deserti caldi e freddi e i biofilm nelle sorgenti idrotermali. I risultati contribuiranno ad ampliare la nostra comprensione dell’evoluzione della vita sulla Terra, in particolar modo dell’evoluzione della fotosintesi ossigenica e della sua possibile comparsa su Marte, così come su pianeti orbitanti altre stelle”. Infatti, la fotosintesi ossigenica, fissando l’anidride carbonica in composti organici e liberando ossigeno, è il meccanismo che ha reso l’atmosfera primordiale della Terra respirabile alla maggior parte degli organismi.
Il progetto è competitivo perché si basa sul lavoro affiatato di un team fortemente multidisciplinare, che vede il coinvolgimento del professor Amedeo Balbi del dipartimento di Fisica a “Tor Vergata”, l’INAF di Trieste e il dipartimento di Biologia dell’università di Padova, dove i cianobatteri verranno esposti a condizioni simulate della radiazione del Sole giovane e di stelle di classe M che emettono nell’infrarosso. “L’indagine dei confini della vita e dei contesti in cui essa potrebbe manifestarsi al di fuori della Terra rappresenta una delle grandi sfide aperte nell'ambito della scienza moderna, e richiede una stretta collaborazione tra biologi e astrofisici” conferma Balbi.
Inoltre, il progetto - di durata triennale e che da pochissimo ha preso il via - prevede la collaborazione tra l’ateneo di Roma Tor Vergata e Kayser Italia, una PMI attiva nel settore aerospaziale, per lo sviluppo di un prototipo per il monitoraggio della vitalità di cianobatteri esposti alla radiazione ultravioletta, permettendo così l’acquisizione del know-how necessario per futuri esperimenti in ambito spaziale.
Photo Credits: La Rocca N./ Billi D