Ha avuto luogo nei giorni scorsi il sopralluogo presso la Casa circondariale Rebibbia nuovo complesso "Raffaele Cinotti”, nell’aula “Tor Vergata”, per constatare la realizzazione del progetto "Digitalizzazione in carcere" finanziato con un contributo regionale di 40 mila euro e approvato con la dgr 794/2021. Il progetto è stato portato a termine grazie alla sinergia tra l’assessore regionale al Personale, polizia locale, sicurezza urbana ed enti locali, Luisa Regimenti, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, professor Stefano Anastasìa, la professoressa Marina Formica, Delegata per la formazione universitaria negli istituti penitenziari dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e il direttore regionale Ferdinando Luigi Nazzaro. Presenti il Magnifico Rettore prof Nathan Levialdi Ghiron, il prorettore vicario prof Carlo Nucci, la direttrice della Casa circondariale Rebibbia nuovo complesso “Raffaele Cinotti”, Rosella Santoro.
Così ha commentato il Rettore Levialdi Ghiron: “Sbocco di un impegno ultradecennale che il mio Ateneo sta portando avanti con caparbietà e passione, il nuovo progetto “Digitalizzazione in carcere” consentirà ai detenuti iscritti a “Tor Vergata” di migliorare la loro preparazione agli esami seguendo le lezioni a distanza, colloquiando con i docenti che non possono recarsi a Rebibbia, ricorrendo a banche dati e a strumenti telematici preventivamente individuati per migliorare la preparazione delle loro tesi di laurea. La tecnologia a servizio degli studenti dunque, e non viceversa”.
I professori e le professoresse e i tutor e le tutor impegnati nel progetto più ampio “Università in carcere” nato a Roma Tor Vergata nel 2006 continuano comunque a frequentare il carcere per meglio coltivare i rapporti personali con gli studenti.
“Digitalizzazione in carcere” è un progetto finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito del piano di rieducazione dei detenuti nel rispetto di quello che prevede l’art 27 della Costituzione, ovvero che la pena debba tendere alla rieducazione del detenuto con lo scopo di favorire il reinserimento nella società. E che avviene, come in questo caso, con il concorso di altre istituzioni come l’Università.
Per il Garante Anastasìa, “La digitalizzazione dell’aula dell’Università di Roma Tor Vergata nella casa circondariale di Rebibbia è una tappa dell’ultradecennale impegno di questa Università in carcere e della collaborazione con l’ufficio del Garante regionale dei detenuti, ma è anche il modo più intelligente di fare tesoro della terribile esperienza della pandemia: non rimuovere, ma impararne la lezione, mettendo a frutto tutte le sperimentazioni di necessità che sono state seguite. La digitalizzazione dà grandi possibilità nello studio, non solo universitario, in carcere. Per questo, anni fa, d’intesa con il Consiglio regionale abbiamo voluto indirizzare in questo settore parte delle risorse messe a disposizione dalla legge regionale per i diritti dei detenuti. Oggi ne vediamo i frutti”.
“Digitalizzazione in Carcere” contribuisce infatti a rendere concreto il diritto allo studio, ponendo i detenuti nelle condizioni di seguire con maggiore facilità le attività didattiche a distanza, favorendone lo studio, l’incontro telematico con i propri docenti e la preparazione delle tesi di laurea, usufruendo, con tutte le cautele e le autorizzazioni del caso, di una serie di strumenti telematici, come banche dati, archivi, ecc. Questo approccio telematico nasce dall’esperienza messa in atto durante la pandemia del COVID che ha dato il via alla digitalizzazione. Gli studenti detenuti iscritti a Roma Tor Vergata possono seguire corsi di laurea afferenti alle facoltà di Lettere e Filosofia, di Giurisprudenza e di Economia.
Per la professoressa Marina Formica si tratta di un grande traguardo: “Con gli strumenti da oggi a disposizione, docenti e tutor potranno accedere alla piattaforma Microsoft TEAMS e utilizzarla per seminari, incontri, ricevimento on line. Nulla si sarebbe realizzato però senza il sostegno dell’Amministrazione penitenziaria e della sua Direttrice, dottoressa Rosella Santoro, nonché dell’ufficio IT del carcere. In stretta relazione con il nostro Ufficio tecnico sono state allestite ben nove nuove postazioni”. “Questa realizzazione – afferma la prof Formica - rappresenta l’ultimo importante traguardo raggiunto nel percorso di lavoro e ricerca che lega l’Università di Roma Tor Vergata al carcere di Rebibbia dal 2006 per la formazione dei detenuti e delle detenute. Essa permetterà altresì la realizzazione di ulteriori innovativi risultati come la produzione di podcast. Di fatti, con il suo team di ricerca, la prof.ssa Cristina Pace, docente di Drammaturgia antica a Tor Vergata, ha già realizzato con i reclusi un podcast intitolato “L’Iliade: anche gli eroi piangono” e presentato a giugno 2023 nel teatro del carcere”.
“Consentitemi inoltre - ha tenuto a precisare la prof Formica - di ringraziare la dottoressa Cristina Gobbi, la professoressa Cristina Pace e la professoressa Marta Mengozzi, docenti a “Tor Vergata”, nonché lo staff dei tecnici informatici del Centro di calcolo dell’Ateneo, i signori Daniele Fuligni, Fabrizio Mazzi, Marco Orazi e la referente amministrativa per il progetto "Università in Carcere" dottoressa Iolanda Anzivino e la segretaria amministrativa del dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società dottoressa Carolina Piccoli. È grazie a loro e ai loro collaboratori che il nostro percorso progettuale si è potuto arricchire di questo nuovo, importante tassello”. “Importante, nella nostra costante collaborazione, il coinvolgimento delle funzionarie giuridiche pedagogiche del carcere, dott.sse Rossana Scotucci e Pina Boi, e della dott.ssa Serena Cataldo, assegnista di ricerca progetto Technopole PNRR: anche a loro va un profondo sentimento di riconoscenza”.
Da segnalare infine l’accordo tra Garante dei Detenuti e l’università di Roma Tor Vergata per l’apertura di sportelli per i diritti delle persone detenute nelle carceri di Velletri e di Rebibbia, a cui i detenuti potranno far riferimento per esporre difficoltà e disagi agli operatori dell’Ateneo. Inoltre, a giorni verrà ultimato il primo numero di una nuova rivista, in collaborazione con l’editore Castelvecchi, dove studenti e studentesse esterni e studenti detenuti rifletteranno su alcuni problemi del nostro tempo.