Leonardo Becchetti e Enrico Giovannini, entrambi economisti del nostro ateneo, firmano una lettera aperta ai media chiedendo di spiegare e citare esplicitamente le cause dell’attuale situazione meteorologica e climatica che ha diviso nei giorni scorsi (e dividerà secondo le ultime previsioni) l’Italia in due, meteorologicamente parlando. Con loro altri 98 scienziati da tutta Italia, primo firmatario il premio Nobel per la Fisica 2021 Giorgio Parisi. Una presa di posizione degli scienziati che chiedono agli organi di informazione di non parlare di generico maltempo ma di spiegare che le cause di questi eventi meteorologici estremi sono dovute al cambiamento climatico indotto dalle attività antropiche. Attività umane che possono e devono essere scientemente mitigate nel loro impatto sul pianeta.
“Far finta che il cambiamento climatico non ci sia e buttarsi tra le braccia del primo che passa e vuole illuderci è puerile e disperato” commenta ulteriormente il prof Becchetti “Le evidenze sul cambiamento climatico e sul ruolo dell'uomo in esso sono schiaccianti. Più di 144 paesi nel mondo hanno deciso di intervenire scegliendo la via della decarbonizzazione. Ciò che è tragico è stare fermi, il nostro intervento può fare molto, la transizione creerà grandi opportunità x cittadini e imprese”. E analizza la situazione lato imprese italiane: “Solo in Italia autorizzando i progetti già sul tavolo dei grandi impianti offshore e delle comunità rinnovabili, favorendo l'istallazione dei pannelli fotovoltaici sulle scuole e sui tetti delle piccole medie imprese, abbiamo più di quanto è necessario per raggiungere gli obiettivi del 2030. La rete delle imprese che si occupa di questo (elettricità futura) è pronta a investire centinaia di miliardi prevedendo la creazione di 540.000 posti di lavoro. La narrazione che la transizione ecologica è un bagno di sangue è sbagliata e paralizzante. Una transizione illuminata è e sarà una grande opportunità per il nostro paese” .
Ecco la lettera
Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore.
È nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate.
Il mese di giugno 2023 è stato, a livello globale, il più caldo da quando si registrano le temperature. Non sappiamo ancora quanti morti provocheranno le ondate di calore di questa estate, ma sappiamo quanti ne ha provocati il caldo intenso di quella scorsa: più di 60 mila nella sola Europa, 18 mila nel nostro Paese, il più colpito. Ondate di calore, alluvioni, siccità prolungate e incendi sono solo alcuni dei segnali dell’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici nei nostri territori.
Tuttavia, i media italiani parlano ancora troppo spesso di “maltempo” invece che di cambiamento climatico. Quando ne parlano, spesso omettono le cause e le relative soluzioni. È come se nella primavera del 2020 i telegiornali avessero parlato solo di ricoverati o morti per problemi respiratori senza parlare della loro causa, cioè del virus SARS-CoV-2, o della soluzione, i vaccini.
Nel suo ultimo rapporto, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (IPCC) è chiarissimo su quali siano le cause principali del cambiamento climatico: le emissioni di gas serra prodotte dall’utilizzo di combustibili fossili. Ed è altrettanto chiaro su quali siano le soluzioni prioritarie: la rapida eliminazione dell’uso di carbone, petrolio e gas, e la decarbonizzazione attraverso le energie rinnovabili. È questa la strategia giusta per fermare l’aumento delle temperature, ed è tecnologicamente ed economicamente attuabile già oggi. A questo devono aggiungersi politiche di adattamento per proteggere persone e territori da quegli effetti del cambiamento climatico divenuti ormai irreparabili.
Non parlare delle cause dei sempre più frequenti e intensi eventi estremi che interessano il nostro pianeta e non spiegare le soluzioni per una risposta efficace rischia di alimentare l’inazione, la rassegnazione o la negazione della realtà, traducendosi in un aumento dei rischi per le nostre famiglie e le nostre comunità, specialmente quelle più svantaggiate. Per queste ragioni, invitiamo tutti i media italiani a spiegare chiaramente quali sono le cause della crisi climatica e le sue soluzioni, per dare a tutti e a tutte gli strumenti per comprendere profondamente i fenomeni in corso, sentirsi parte della soluzione e costruire una maggiore fiducia nel futuro.
Siamo ancora in tempo per scegliere il nostro futuro climatico. Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti.
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Photo Credit "Summer Storm (Explored 19 August 2021)" by A Guy Named Nyal is licensed under CC BY-SA 2.0.