Presso l’Aula Fleming della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata, si è tenuta il 6 novembre 2024 la cerimonia per il conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa in “Biochimica e Biologia Molecolare” a Arnold Jay Levine, professore dell’Istituto per gli Studi Avanzati di Princeton.
Figura di spicco nel panorama scientifico internazionale, Levine ha trasformato il campo dell’oncologia con la scoperta della proteina p53, un oncosoppressore che svolge un ruolo cruciale nella regolazione del ciclo cellulare e nella prevenzione della cancerogenesi. Questa scoperta ha posto le basi per lo sviluppo di strategie innovative nella diagnosi e nella terapia oncologica, costituendo una pietra miliare nello studio delle malattie tumorali.
“È un grande onore per Roma Tor Vergata conferire il Dottorato Honoris Causa al professor Levine pioniere nella ricerca oncologica la cui opera ha ispirato e continua a ispirare generazioni di ricercatori. La sua scoperta ha cambiato il nostro modo di concepire la lotta contro il cancro e rappresenta una pietra miliare per la scienza e la medicina”, dichiara il rettore Nathan Levialdi Ghiron.
L’allocuzione in favore di Arnold Jay Levine è stata pronunciata da Gerry Melino, direttore del dipartimento di Biologia dell’Ateneo, mentre l’elogio ufficiale stato curato da Eleonora Candi, direttrice del dottorato in “Biochimica e Biologia Molecolare”. La professoressa Candi ha sottolineato come Arnold Levine abbia dato “un contributo fondamentale alla ricerca sul cancro identificando geni oncosoppressori e descrivendone i relativi meccanismi molecolari, costituendo così la base scientifica per lo studio di diverse malattie umane. Nel 1979 ha scoperto la proteina p53, il più importante oncosoppressore, che risulta mutato in almeno la metà di tutti i tumori umani e funzionalmente inattivato in un ulteriore 20%. Ci sono voluti ben dieci anni, nel 1989, per chiarire la funzione della proteina come inibitore dei tumori. Questa scoperta è stata cruciale per avviare studi molecolari oncologici e immunologici, con enormi implicazioni cliniche. Le sue ricerche sui geni legati ai meccanismi molecolari di morte cellulare e alla cancerogenesi hanno aperto nuove prospettive scientifiche, dando impulso a sfide innovative, come ci ha illustrato nella sua relazione.”
La cerimonia è culminata nella lectio magistralis di Arnold J. Levine dal titolo: The TP53 gene contains a p53 diversity box that makes it more than a tumor suppressor, in cui sono state illustrate le più recenti scoperte sul gene TP53 e la sua funzione complessa, e soprattutto lo sviluppo di farmaci che attraverso la regolazione di p53 mostrano significativi effetti terapeutici contro i tumori.
All’evento hanno presenziato, tra gli altri, Carlo Nucci, prorettore vicario, Massimo Federici, prorettore alla Ricerca, Bianca Sulpasso, delegata all'Internazionalizzazione, Stefano Marini preside della Facoltà di Medicina e chirurgia e Alessandro Mauriello, responsabile della Sezione di anatomia patologica del dipartimento di Medicina sperimentale.
La cerimonia ha avuto inizio con un workshop scientifico intitolato p53 family workshop, dedicato agli studi recenti sulla famiglia di proteine p53, fondamentali nella regolazione e prevenzione dei tumori. Il workshop, con la partecipazione di esperti di livello internazionale e con l’intervento in apertura di Gerry Melino, ha presentato le ultime ricerche su questa cruciale area di studio che sono state condivise con i ricercatori del Regina Elena, quali il dottor Giovanni Blandino.
Oltre alle celebrazioni, sono state aperte interessanti collaborazioni scientifiche tra l’Università di Roma Tor Vergata e l’istituto per gli Studi Avanzati di Princeton.