È dal 2021 che l’università di Roma Tor Vergata coordina, in collaborazione con il Parco Archeologico di Leontìnoi e Megara, le ricerche archeologiche sull’antica Leontìnoi, una delle prime colonie greche in Sicilia risalente all’VIII sec. a.C. fondata da coloni calcidesi.
La terza campagna di scavi dell’estate 2023 è stata realizzata - dal 28 agosto al 16 settembre - da circa 30 studenti e studentesse di vario ordine e grado e guidata dalle professoresse Marcella Pisani docente di Archeologia Classica e Alessandra Molinari docente di Archeologia Medievale del dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società: Leontìnoi, che si trova su Colle San Mauro nel territori dei comuni di Carlentini e Lentini in provincia di Siracusa, è infatti un sito particolarmente accogliente che ha protetto molte generazioni nel corso dei secoli. Nelle precedenti campagne sono stati rinvenuti infatti edifici e complessi di varia epoca che testimoniano l’importanza e l’articolata frequentazione della città antica in epoca greca e romana, bizantina, medievale e rinascimentale.
I risultati degli scavi
Da quanto ci riferiscono le professoresse Pisani e Molinari, questa terza campagna di scavi non ha mancato di restituire risultati sorprendenti. Del monumentale tempio, già emerso parzialmente nel corso delle precedenti campagne, è tornata alla luce ora gran parte del lato settentrionale. Gli scavi oltre alle dimensioni presunte (8 per 26 metri circa) hanno precisato che si tratta di un tempio a cella privo di colonnato costruito su un crepidoma di quattro gradoni del VI secolo a.C. e ancora in uso nella prima età ellenistica.
Tra il IX e il XIV secolo, i grossi blocchi isodomi del tempio vengono sfruttati e riadattati per la costruzione di un grande complesso, forse una chiesa o un monastero a giudicare dal rinvenimento di una rara fiasca da pellegrino. Pavimenti in cementizio, a piccoli e grossi ciottoli ricoprono ambienti interni, gli spazi porticati ed esterni.
Un’ultima fase di uso, da collocare probabilmente prima del disastroso terremoto del 1693, trasforma nuovamente questo grande complesso in un edificio cui si aggiungono altri ambienti.
Tracce di frequentazione precedenti il tempio sono documentate da ceramica pre e protostorica nei pressi dell’area, del resto, sono state riportate in pieno alla luce due tombe a tholos databili, sulla scorta di confronti, tra la media e la tarda età del Bronzo.
Una nuova area di scavo è stata aperta a sud del tempio dall’équipe interessata a portare in luce le fasi medievali di Lentini. Qui una serie notevole di ambienti rupestri era stata tagliata nel banco roccioso. Alcune delle strutture rinvenute potrebbero avere una funzione religiosa.
Il mestiere dell’archeologo e dell’archeologa
Nel corso della presentazione degli scavi, la comunità scientifica al lavoro nella terza campagna di scavi nell’area di Leontìnoi ha anche descritto la giornata tipo dell’archeologo/a, organizzando laboratori sperimentali su tecniche di scavo, rilievo e rendering archeologico con applicazione di nuove tecnologie (stazione totale, drone multispettrale), trattamento di materiali ceramici, di reperti archeozoologici e di paleoflora.
La campagna di scavo di Leontìnoi ha usufruito quest’anno di un finanziamento ad hoc che l’Università di Roma Tor Vergata, guidata dal Magnifico Rettore professor Nathan Levialdi Ghiron, ha approvato con il dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società diretto dalla prof.ssa Lucia Ceci. Tale finanziamento si aggiunge all’indispensabile supporto dei comuni di Lentini (sindaco Rosario Lo Faro) e Carlentini (sindaco Giuseppe Stefio) e di privati, tra cui Settimo Minnella proprietario della tenuta ‘Ultimo Re’, dove si svolge lo scavo.
Breve rassegna stampa
Le immagini sono dell'università di Roma Tor Vergata. Colle San Mauro, courtesy of Tenuta L'Ultimo Re