L'avanzare della tecnologia legata all'intelligenza artificiale e al machine learning continua senza sosta e con qualche beneficio, considerando l'episodio di cronaca riguardo gli studenti di Lecce capaci di vincere al lotto oltre 40mila euro studiando attraverso un algoritmo di IA le estrazioni degli ultimi anni.
Ne discutiamo con Fabio Massimo Zanzotto, associato di Sistemi di elaborazione delle informazioni al dipartimento di Ingegneria dell'Impresa "Mario Lucertini" dell'università di Roma Tor Vergata.
Sul considerare l'IA più un'opportunità o rischio nel mondo del lavoro, dichiara “In una parola direi "opportunischio". Tutte le innovazioni sono di base opportunità importantissimi e rischi. Prevedono cambiamenti per fasce di lavoratori. Nel caso della cosiddetta intelligenza artificiale, che io preferisco chiamare intelligenza collettiva meccanistica, il rischio sembra essere maggiore perché sta attaccando l'ultimo baluardo lavorativo che sembrava essere appannaggio delle persone, ovvero il lavoro simbolico analitico. L'intelligenza artificiale, così come ogni automazione, è un mezzo per velocizzare il lavoro e, quindi, aumentare la produttività. Una questione importante è: chi prende i benefici di questo aumento di produttività? Chi ha messo la conoscenza o solamente chi mette il mezzo meccanico, l'algoritmo e le macchine su cui far funzionare il tutto”.
Riguardo l'attività universitaria nel settore “Sono parecchi anni che ci interroghiamo qui nella nostra università di questo opportunischio per il mondo del lavoro. Nel nostro ateneo stiamo facendo avanzare l'intelligenza artificiale sia studiando i meccanismi di base per proporre nuovi modelli sia applicandola in vari ambiti a partire dalla medicina per arrivare alla meccanica e alla fisica. Collaboriamo inoltre con aziende italiane leader nel settore dell'intelligenza artificiale (Almawave) al fine di costruire modelli del linguaggio centrati sull'Italia. Già nel 2017 abbiamo i primi scritti che analizzavano questa questione e proponevano alcune soluzioni. In sintesi, l'intelligenza artificiale ha due produttori: coloro che detengono le macchine e fanno funzionare gli algoritmi e coloro che inconsapevolmente "donano" i loro dati. Meglio questi ultimi fanno il loro lavoro e meglio funzioneranno le intelligenze artificiali. Occorre dunque ripagare anche i donatori inconsapevoli di dati ogni volta che facciamo reddito con l'intelligenza artificiale”.
Sulla velocità con cui sta avanzando questa tecnologia, Zanzotto dichiara “Sembra velocissima, inarrestabile. In particolare, i Large Language Models (ad esempio, ChatGPT e Copilot) sembrano conquistare sempre più capacità cognitive. Osservando da un altro punto di vista però, questi modelli stanno assorbendo dal mondo tutti i testi che sono stati prodotti e, di base, li memorizzano. Quando interagiamo con questi modelli, presumibilmente stiamo recuperando un testo che qualcuno ha già scritto o un'attività che qualcuno ha già fatto. Quindi, invece di intelligenza artificiale, possiamo parlare di intelligenza collettiva meccanistica. La velocità del suo sviluppo è correlata alla capacità di memorizzare sempre più testi e immagini. La "singolarità" come vedete è sparita dall'infosfera perché probabilmente è fuori dalla portata degli attuali modelli del linguaggio.
Per quanto riguarda l'aspetto pratico nell'uso quotidiana dell'IA “Questa intelligenza collettiva meccanistica – continua - sarà il nostro cervello esteso così come lo sono state le calcolatrici e il "classico" motore di ricerca sul web. Come qualche anno fa era impensabile lavorare senza avere a disposizione un accesso ad Internet per fare le ricerche delle informazioni necessarie per svolgere il nostro lavoro. Nel futuro, sarà impensabile non avere accesso all'intelligenza collettiva meccanistica per svolgere i propri compiti. Il carattere assertivo di questo tipo di modelli però dovrà essere bilanciato da un senso critico molto più sviluppato che consenta di discernere ciò che è utile da ciò che non è utile. Quindi, per portare gli attuali studenti nel mondo del nuovo lavoro occorrerà lavorare molto di più sul senso critico piuttosto che sul sapere nozionistico”.
Infine, riflettendo sugli aspetti ecomonico-nazionali che comporta nei prossimi anni, conclude prefigurando che “Dotarsi della propria intelligenza artificiale (intelligenza collettiva meccanistica) è una necessità per ogni nazione o ente sovrannazionale che intenda avere un ruolo importante nel futuro assetto mondiale. Mettere a disposizione di ogni singolo cittadino la conoscenza di un popolo attraverso l'intelligenza collettiva meccanistica farà correre le nazioni. Bisogna solo decidere quanto vogliamo essere dipendenti gli uni dagli altri.
a cura dell'Ufficio Stampa di Ateneo