Mercoledì 29 novembre presso il dipartimento di Storia, patrimonio culturale, formazione e società dell’università di Roma Tor Vergata, Maurizio Molinari, direttore “La Repubblica”, presenta la lezione: "Le Mappe per capire il mondo che cambia". Dinanzi a una platea di studenti del corso di Scienze della Comunicazione, coordinato dalla prof.ssa Claudia Hassan presente all’incontro.
La Prorettrice alla comunicazione Lucia Ceci, Ordinaria e direttrice di dipartimento, introduce l’ospite sottolineando come sia “un professionista che conosciamo nella sua veste attuale di direttore de La Repubblica, già direttore de La Stampa, corrispondente da New York e autore del libro Mediterraneo conteso. Oggi è invitato a tenere una lezione importante sulle mappe per comprendere il mondo”.
Russia, Cina, dati Internet: tutti nel segno del Mar Mediterraneo
Molinari nel suo intervento ha descritto il mondo tra l’infografica e gli aspetti più incisivi nei rapporti tra differenti Paesi. “Perché le mappe? – dichiara – Perché fondamentalmente la storia sta accelerando e nessuno ci aveva preannunciato che l’avremmo vissuto. Ci sono una serie di eventi che si susseguono talmente velocemente in modo, da non farci capire cosa sta accadendo. Solo studiando e esaminando i singoli fatti si può cercare di capire questa stagione di trasformazione, anche per i mezzi di comunicazione”. Una delle tematiche centrali affrontati è la funzione del Mar Mediterraneo negli equilibri geopolitici “un tema, un problema che sta al cuore del mondo”, come sottolinea la prof.ssa Hassan.
Molinari inizia a parlare di Russia, per fare esempi concreti, spiegando come “Putin poco prima dell’invasione ha dichiarato che l’Ucraina non esiste, negando la nazionalità di circa 40 milioni di persone, la loro lingua e cultura, per poi cercare di distruggerla. Una cosa che non accadeva della Seconda guerra mondiale”. Ma quali sono le vere motivazioni di questa invasione? Secondo il giornalista: “il suo bisogno è di insediarsi sul Mar Nero, perché c’è la Crimea, già “annessa”, ma soprattutto il porto di Odessa, che si affaccia verso i mari del sud. Già c’era lo sbocco verso i mari del nord con San Pietroburgo, ora gli mancava questo punto, perché il Mar Nero va verso il Mediterraneo. Ecco perché le azioni militari in Siria, Libia e gli altri insediamenti in Africa. Oggi - sottolinea - nello scacchiere del Mediterraneo la Russia ha una presenza militare superiore ai tempi dell’Unione Sovietica”.
Una lucida analisi che non risparmia la Cina che secondo la sua visione sempre legata alle mappe del pianeta, cerca una rinnovata espansione della cosiddetta via della seta attraverso un approccio più di conquista economica. Citando porti come il Pireo in Grecia, comprato dal gigante asiatico.
E poi ci sono i cavi sottomarini, la fibra, il cablaggio per la diffusione di dati online: “Il Mediterraneo è infatti tra i mari dove c’è maggiore presenza di questa tecnologia per motivi anche strutturali (Il Pacifico ha dimensioni di gran lunga maggiori) e abbiamo un’isola, la Sicilia, proprio al centro di questa dinamica”.
Successivamente Molinari allarga l’orizzonte, spiegando come l’Iran potrebbe essere una delle molle del conflitto israelo-palestinese per depotenziare il recente accordo di Israele con l’Arabia Saudita (il cd. Patto di Abramo) e come la Cina ambisca alla tecnologia dei microchip e per questo considera Taiwan, tra i massimi produttori, come cruciale per la sua espansione economica.
Una riflessione su “Tor Vergata” e sua posizione geografica a fini didattici e conoscenza
Sull’utilità di avere una università non al centro città, così risponde all’Ufficio stampa di Ateneo: “Altissima, perché bisogna portare la conoscenza sul territorio ovunque. Una delle lezioni delle nuove tecnologie è questa, concentrare la conoscenza in singole località, spesso in quelle più densamente più popolate, è un grave errore. Perché in realtà oggi la maggioranza della popolazione vive sparpagliata nelle grandi province, soprattutto nelle nazioni più industrializzate. Risulta importante quindi – conclude – trovare metodologie e applicare decisioni che portano il sapere il più lontano possibile dai grandi centri abitati. È una sfida di civiltà”.
Quanto sono importanti le mappe nella vita di tutti i giorni?
A questo quesito Molinari ci risponde “ho fatto corrispondente per la vita e ovunque mi hanno aiutato. Dopo l’inondazione di Katrina a New Orleans in Louisiana – ricorda – non si riusciva ad entrare nella città. Presi una mappa di New Orleans la mostrai a un gruppo di profughi che stavano nel mio stesso albergo e gli dissi quali sono le zone allagate? Loro mi mostrarono con un dito la strada e riuscii a entrare”.