L'11 febbraio si celebra la giornata mondiale delle donne e delle ragazze nel mondo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), una giornata voluta dalle Nazioni Unite per sottolineare l’apporto, spesso sottovalutato, delle donne nelle scienze e il lungo cammino d’inclusione ancora da compiere per questo settore professionale.
Dal 2022 Ecofuturo magazine presenta in contemporanea 'Bringing to Light-Scienziate per il Clima', un evento per dar luce - come suggerisce il titolo - e premiare tre ricercatrici che attraverso il loro lavoro scientifico hanno contribuito allo studio di scienze ambientali. Tra queste la professoressa Emanuela Gatto, associata presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Chimiche dell’università degli studi di Roma Tor Vergata.
Attraverso la startup Splastica, spin off di “Tor Vergata”, la docente ha creato con il suo team un materiale unico chiamato SP-Milk a partire da materie prime naturali per offrire un’alternativa alla plastica, eliminando così il ricorso ai derivati del petrolio. SP-Milk è un prodotto innovativo realizzato a partire da scarti organici, completamente biodegradabile e si trasforma naturalmente in compost in 60-90 giorni. Non produce residui dannosi per l’ambiente o per la salute e torna al suolo rientrando nel ciclo vitale del pianeta.
Il suo gruppo di ricerca è composto, oltre che da lei, dalla collega di Dipartimento la dott.ssa Raffaella Lettieri, ricercatrice e Graziano Massaro (CFO) che cura gli aspetti economici della startup.
La professoressa Gatto sottolinea come “la nostra epoca storica sia caratterizzata dall’assenza di materie prime e dalla produzione di enormi quantità di rifiuti. La possibilità di utilizzare materiale naturale di scarto, come materia prima per la produzione di plastiche ecologiche è la sfida che stiamo affrontando, per promuovere un futuro sostenibile. Spesso le performances meccaniche di questi materiali innovativi green possono essere inferiori rispetto a quelle della plastica. Tuttavia le proprietà di un materiale dipendono da come le singole molecole si organizzano a livello supramolecolare. Per cui, guidando queste interazioni mediante un approccio di ingegneria chimica, è possibile realizzare dei materiali a base di polimeri naturali, molto resistenti. Inoltre – conclude - spesso la loro lavorabilità con le macchine industriali è molto più delicata rispetto a quella della plastica, ma un approccio multidisciplinare è la chiave di volta per portare questo nuovo materiale sul mercato”.
Le altre due ricercatrici premiate sono Giulia Calogero dell’Associazione Menkab, che in Liguria e nel Mar Mediterraneo lavora per il monitoraggio dei cetacei e della biodiversità marina e Angela Marinoni – PNRR ITINERIS, ricercatrice Cnr presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima di Bologna, un hub dedito allo studio dei processi ambientali nell’atmosfera.