Un gigantesco oggetto celeste a più di 25 mila anni luce dalla Terra si è risvegliato, emettendo raggi X come prova della sua ritrovata vitalità. Si tratta di un buco nero nella costellazione del Sagittario ed è una fonte molto potente di raggi X, tanto da essere nota come Sagittarius A*.
La notizia è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista Nature ed è un risultato della ricerca basata sui dati del telescopio spaziale a raggi X IXPE di Nasa e Asi.
Secondo gli scienziati, Sagittatius A* che si trova al centro della nostra galassia ha una massa di milioni di volte quella del Sole e ha rilasciato nelle nebulose intorno a lui tracce della sua ‘recente’’ (astronomicamente parlando) attività: sono state rilevate infatti emissioni di raggi X che corrispondono all’ultimo segnale della materia cosmica da lui assorbita. Una sorta di traccia del suo ‘fiero pasto’ di circa 200 anni fa.
All’analisi dei dati e alla loro interpretazione scientifica ha partecipato anche Francesco Tombesi, professore associato del dipartimento di Fisica del nostro ateneo, che fa parte del gruppo scientifico che studia il centro galattico e i nuclei galattici arrivi di tipo radio-quiet. “Questo lavoro ci dimostra che l’attività del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia è molto più comune di quanto immaginassimo prima e potenzialmente potrebbe ripetersi nei prossimi anni”.
Prima immagine (2022) di Sgr A*, il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Crediti: Eht Collaboration
Rappresentazione artistica IXPE. Crediti: NASA