Giovedì 7 settembre alle ore 1:42 del mattino, dal centro spaziale giapponese di Tanegashima, è stato lanciato con successo il razzo vettore HII-A con a bordo il telescopio XRISM.
X-Ray Imaging Spectroscopy Mission (XRISM) è un grande osservatorio spaziale a raggi X, sviluppato nell’ambito di una collaborazione internazionale dell’Institute of Space and Astronautical Science (ISAS), Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA), NASA, Goddard Space Flight Center (GSFC) e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA)
Francesco Tombesi, professore associato di Astrofisica del dipartimento di Fisica del nostro ateneo, fa parte del ristretto team selezionato dall'ESA che avrà accesso diretto ai primi dati scientifici. Il prof. Tombesi ha lavorato per oltre dieci anni nel laboratorio della NASA che ha progettato il rivoluzionario micro-calorimetro a raggi X chiamato Resolve posto all’interno del XRISM. “Questo strumento innovativo – spiega il docente di Astrofisica Tombesi - una volta attivato, eseguirà la spettroscopia a raggi X, ossia l'analisi di fotoni di luce ad energie che rientrano nell'intervallo dei raggi X. Sarà l'oggetto più freddo dell'Universo, con una temperatura di soli 50 milliKelvin, poco sopra lo zero assoluto di -273 gradi centigradi. Ci consentirà misurare l'energia dei fotoni nei raggi X con una precisione mai avuta prima, così da poter studiare in dettaglio gli oggetti più caldi ed esplosivi dell'Universo”. Lo strumento Resolve è stato infatti studiato per misurare la variazione di temperatura di ogni singolo fotone a raggi X che arriva sullo strumento: per questo motivo bisogna mantenerlo a una temperatura estremamente bassa, per poterne misurare la piccolissima variazione.
Il lancio di XRISM apre una nuova finestra sull’Universo ad altissima risoluzione energetica nei raggi X. La sua rinnovata capacità di risoluzione aiuterà gli astronomi a studiare quei fenomeni più potenti ed energetici che emettono raggi X e che non possono essere studiati con telescopi a Terra in quanto, a differenza della banda visibile, del vicino infrarosso e delle onde radio, i raggi X vengono assorbiti dall’atmosfera. Dalla sua orbita a 550 km dalla Terra, XRISM potrà quindi osservare una grande varietà di fenomeni, dai potentissimi venti emessi dai buchi neri supermassicci alle esplosioni stellari in supernova, dalle radiogalassie alle pulsar.
Il satellite inizierà ad effettuare le prime osservazioni scientifiche dopo un periodo iniziale di controllo e calibrazione della strumentazione in orbita che durerà circa due mesi. "Tor Vergata" sarà in prima fila nell'analisi dei dati della fase di Performance Verification per lo studio dei potentissimi venti prodotti dal buco nero supermassiccio al centro del quasar PDS 456.
Photo Credits: JAXA