Raramente capita che un lavoro di ricerca nel settore Zoologico riesca a stupire sia per i risultati che per il modo inusuale con cui viene svolta e presentata, soprattutto quando riesce a includere elementi davvero inaspettati come la musica rock. In questo è riuscito sicuramente il prof. Gabriele Gentile, ordinario di Zoologia del Dipartimento di Biologia in uno studio intitolato When pink is a question: Comparative gross and microscopic skin structure analyses reveal the histological basis of skin colour in Galápagos pink land iguanas (Conolophus marthae) pubblicato sulla rivista scientifica Acta Zoologica
Iguana rosa: l’ispirazione rock al titolo dello studio
Pink, it's not even a question, questa frase estratta dalla canzone “Pink” del famoso gruppo statunitense Aerosmith è ”la scintilla” che ha ispirato il titolo del lavoro, proprio perché questo colore ne è protagonista assoluto.
La ricerca parte infatti dall’osservazione di una delle iguane più rare e insolite del pianeta, l’iguana terrestre (Conolophus marthae), il rettile insolitamente rosa delle Galápagos.
Ma perché questo colore?
“Già anni fa, avevamo notato che una squama rosa, una volta rimossa dalla pelle, perdeva la sua colorazione. Per questo, avevamo avuto il sospetto – spiega il prof. Gentile – che la loro colorazione rosa fosse dovuta al sangue, visibile nel derma a causa della mancanza di pigmentazione cutanea. Abbiamo ottenuto biopsie cutanee a tutto spessore di tre specie e abbiamo confrontato il tessuto da aree scure e leggermente pigmentate in superficie. Le aree “rosa” delle iguane rosa sono prive di cellule pigmentate (ad es. melanofori) ed il tessuto dermico è ricco di reti di capillari confluenti. Ciò era in netto contrasto con il sistema minimamente vascolarizzato con il tessuto dermico delle iguane marine e gialle. Lo strato dermico di ogni sito bioptico conteneva melanofori ad eccezione della pelle rosa delle iguane rosa. È interessante notare che le iguane marine hanno uno strato epidermico germinativo/granuloso molto più spesso, di spessore compreso tra 2 e 10 cellule a seconda della posizione, rispetto allo strato epidermico più sottile delle iguane terrestri (spesse da una a tre cellule e la maggior parte delle aree ne possiedono solo una o due strati cellulari). Queste differenze microscopiche riflettono le differenze nell'habitat ed ecologia delle tre specie, legando in particolare l’iguana rosa ad aree con un alto grado di copertura vegetale. Infatti, la mancata pigmentazione in ampie aree del corpo, espone l’iguana rosa ad un maggior grado di danno al DNA, dovuto alla fortissima radiazione ultravioletta nell’ambiente, rispetto a quanto osservato nelle altre specie la cui pelle è protetta dal pigmento.
Alle Galápagos il gps made in “Tor Vergata”
Nel 2021, il Parco Nazionale Galápagos ha promosso uno sforzo comune a livello internazionale per la redazione di un piano di gestione sotto l’egida dell’IUCN (the International Union for Conservation of Nature), un documento di cui il prof. Gentile è Senior authority.
Va poi ricordato che 20 iguane rosa delle Galápagos sono state monitorate per alcuni anni giorno e notte attraverso dispositivi dotati di GPS, installati direttamente sull’animale. Il sistema è stato sviluppato e realizzato nell’ambito del programma “Uncovering Excellence”, finanziato dall’Università Roma “Tor Vergata”, grazie a una collaborazione tra il Dipartimento di Biologia e quello di Ingegneria Elettronica.