Svelati i primi dati di una ricerca scientifica dell’Università di Roma Tor Vergata che mette in luce gli effetti della dieta mediterranea biologica sulla salute, col supporto della campagna di comunicazione “Il Bio dentro di Noi”, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico.
Si tratta della ricerca IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet), condotta dalla sezione di Nutrizione clinica e nutrigenomica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, diretta da Laura Di Renzo, ordinaria di Scienze e tecniche dietetiche applicate del dipartimento di Biomedicina e prevenzione, i cui risultati preliminari sono stati presentati martedì 26 novembre 2024 presso la sala stampa della Camera dei Deputati.
Lo studio rientra nell’ambito del Progetto “Modello di progettazione della rete dei sistemi di sicurezza alimentare, qualità nutrizionale e nutrigenomica della Dieta Mediterranea per la difesa della salute in Italia: applicazione del processo Nutrient Analysis of Critical Control Point-MOOD”, (Traiettoria 5) del Ministero della Salute e i risultati finali della ricerca saranno rivelati i primi mesi del 2025.
Tra i partecipanti al convegno moderato da Roberto Antonini, giornalista dell’agenzia di stampa Dire: Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Maria Chiara Gadda, Vicepresidente Commissione Agricoltura - Camera dei Deputati, Antonino De Lorenzo, Responsabile scientifico del Progetto MOOD e Laura Di Renzo, Direttrice della Scuola di Specializzazione in Scienza dell'Alimentazione, entrambi dell’Università di Roma Tor Vergata, Camilla Laureti, Europarlamentare e responsabile agricoltura PD in collegamento da Strasburgo, Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio, Nicoletta Maffini, Presidente AssoBio, Massimo Monti, Presidente Consorzio il Biologico.
La ricerca è stata condotta in diverse fasi, durante le quali i partecipanti, 15 volontari in buona salute, sono passati da una dieta convenzionale a una dieta mediterranea bio in per monitorare i dati medici, valutare gli effetti della transizione e comprendere così l’impatto di una dieta mediterranea 100% bio sull’esposoma interno ed esterno, ovvero sui fattori di rischio che determinano l’insorgenza di malattie.
Quali sono quindi gli effetti di una dieta biologica? Secondo i dati emersi dalla prima fase della ricerca, la risposta è che la dieta mediterranea fa bene alla salute, soprattutto se attuata con alimenti biologici: crescono i livelli di antiossidanti, diminuisce l’infiammazione generale dell’organismo, si abbassa il rischio cardiocircolatorio. Secondo quanto rilevato dallo studio, negli organismi dei volontari che hanno partecipato allo studio, le famiglie di batteri antiossidanti – i batteri buoni per la nostra salute - sono aumentate anche del 25% dopo la dieta rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50% sul campione. Quindi, chi segue una dieta mediterranea biologica corre minori rischi di contrarre malattie cardiovascolari, diabete e tumori, grazie a un complessivo effetto immunomodulante e detossificante.
All’incontro il prof. De Lorenzo sottolinea che la dieta mediterranea, pur così ammirata nel resto del mondo, in Italia non più del 15% la segue con costanza, indicando nelle scuole il luogo in cui iniziare a insegnarla, mentre la professoressa Di Renzo approfondisce i dati preliminari della ricerca “Il cuore dello studio ha riguardato anche l’analisi del cosiddetto esposoma, ovvero l’insieme dei fattori interni ed esterni che influenzano il nostro stato di salute. Tra questi ci sono le abitudini alimentari, lo stile di vita e l’esposizione a sostanze inquinanti. Lo studio ha approfondito il primo di questi fattori, ovvero quanto incide ciò che mangiamo sul nostro stato di salute. I risultati hanno mostrato che una dieta composta esclusivamente da alimenti biologici riduce l’esposizione a sostanze chimiche nocive, come pesticidi e fertilizzanti sintetici, rafforzando le barriere naturali del corpo contro infiammazioni e danni cellulari”. Prosegue l’esperta “Anche la capacità antiossidante del corpo, fondamentale per contrastare l’invecchiamento cellulare, è quasi quadruplicata, passando da 5.870 a 20.573 unità ORAC, l’unità di misura della capacità di assorbimento dei radicali liberi. Uno dei parametri chiave analizzati è stato inoltre l’Indice di Adeguatezza Mediterranea (MAI), che misura quanto una dieta si avvicina al modello mediterraneo ideale. Nei partecipanti, questo indice è passato da 1,4 (livello “non accettabile”) a oltre 15 (livello “eccellente”). È stato dimostrato da precedenti studi che l’aumento di 2.7 unità dell’indice MAI è associato a una diminuzione di mortalità per patologie cardiovascolari del 26% in 20 anni”.
“I benefici non si fermano qui – continua Di Renzo -, difatti mangiare bio è anche una scelta sostenibile per l’ambiente. Lo studio ha evidenziato che l’impronta idrica è scesa da 64.475 litri a 44.705 litri per persona, con un risparmio di circa 20.000 litri durante la ricerca (per fare un paragone, si tratta dell’acqua necessaria per fare più di 250 docce). Anche l’impronta carbonica si è ridotta, passando da 40,25 a 38,13 kg di CO₂ equivalenti: la stessa quantità di emissioni prodotta dal funzionamento medio mensile di un forno elettrico”.
Sono stati valutati diversi parametri: la qualità nutrizionale della dieta abituale rispetto alla dieta mediterranea 100% bio, l’indice di Adeguatezza mediterranea, l’impatto ambientale (consumo di acqua e CO2), il microbiota intestinale, la composizione corporea e il metaboloma.
Questa è la conclusione della ‘prima tappa’ dello studio su 15 volontari sani, che si contraddistingue per una importante e dettagliata raccolta di dati sulla salute, sui valori nutrizionali dei cibi e sulla loro impronta ambientale. Un approccio nutrizionale, quello della dieta mediterranea biologica, fondato su un modello alimentare sostenibile in un’ottica OneHealth.
Il Bio dentro di noi” non è solo una campagna informativa, ma un vero e proprio esperimento scientifico. Il progetto è supportato da FederBio, AssoBio e Consorzio il Biologico. Associazioni nazionali impegnate nella promozione del settore del biologico e biodinamico, con la collaborazione di NaturaSì, che ha fornito gli alimenti bio per garantire una dieta priva di sostanze chimiche ai partecipanti.