Sono stati pubblicati per la prima volta i QS Europe University Rankings: un sub-ranking del principale QS World University Ranking, che analizza e compara 688 università nei 47 Paesi del Vecchio continente. E che per l’Italia prende in considerazione 51 atenei, comprendendo anche le università private e i politecnici specialistici.
La posizione dell’Università di Roma Tor Vergata rispecchia la sua collocazione nei rankings mondiali pubblicati lo scorso giugno. Il nostro Ateneo si è posizionato al 184° posto sui 688 atenei e si localizza sempre al 13° posto (su 51) tra le università italiane come nella classifica del QS World University Ranking. Siamo, invece, al 33° posto su 146 atenei censiti tra le università del Sud Europa (che comprende atenei italiani, spagnoli, portoghesi, greci, sloveni, maltesi, croati, serbi, montenegrini, albanesi, bosniachi e macedoni).
È nel panorama delle università generaliste statali italiane che la posizione del nostro ateneo risalta, collocandosi tra le prime 10 nel punteggio generale. Decimo posto quindi nell’overall score, nono posto per la reputation, sesto posto per il rapporto studenti-docenti che valorizza il basso numero di studenti per docente e al settimo posto per la mobilità studentesca in uscita, segnale di una potente spinta dei nostri studenti e delle nostre studentesse verso le esperienze all’estero che arricchiscono il curriculum degli studi.
Secondo l’Ufficio statistico del nostro Ateneo, “Tor Vergata” anche in questo nuovo ranking mantiene la strada intrapresa di miglioramento continuo delle proprie prestazioni, posizionandosi nella top 200 europea, cosa che ci porta nella top 27% del Continente. Inoltre, con il 33° posto tra le università del Sud Europa, l'Ateneo si propone come uno dei punti di riferimento per l'intera area del bacino mediterraneo.
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Per raggiungere il massimo punteggio disponibile, in che modo agiscono gli indicatori dei QS Rankings? Va detto che grande importanza viene conferita sia alla capacità di internalizzazione che di assunzione post laurea; qui alcuni esempi. È necessario innanzitutto un punteggio complessivo di almeno 700 punti su 1000. In facoltà, almeno il 5% degli studenti deve essere internazionale.
Nella sezione teaching poi ci deve essere una media di docente per ogni 10 studenti. Occorre inoltre dimostrare un forte tasso di occupazione dei laureati, con il 90% dei laureati occupati entro 24 mesi dalla laurea (scalabile del 50%).
Le università devono attestare almeno 50 candidature di datori di lavoro in base all'analisi più recente del QS Global Employer Survey (o l’1% del corpo studenti), oppure dimostrare che 200 aziende abbiano partecipato a eventi sull'occupabilità nel campus nell'arco di 12 mesi.